Antonio Preziosi, i 33 giorni di papa Luciani

“I 33 giorni di papa Luciani” è un libro fondamentalmente giusto. Quando dico giusto, intendo equilibrato, meditato, attento alla verità dei fatti. Qualità quest’ultima rara, specie quando l’argomento affrontato rimanda alla storia della Chiesa e dei suoi protagonisti. Il rischio che si corre, infatti, è quello di abbandonarsi ora alla facile celebrazione e all’agiografia ora alla denigrazione e al sensazionalismo scandalistico. Antonio Preziosi sceglie di non tacere le ombre che, a più di quarant’anni dalla morte del Santo Padre, ancora si allungano sulla sua fine (fu morte violenta? Fu morte “non naturale”?), tanto da ripercorrere (ricostruire) nelle prime pagine del libro quanto avvenne nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1978.

Tuttavia, se il breve pontificato di Albino Luciani (salito al soglio di Pietro con il nome di Giovanni Paolo I) resta “indimenticabile”, ciò significa che in quei trentatré giorni vennero gettati dei semi destinati a dare i loro frutti sotto i suoi successori. La rinuncia al plurale maiestatico, il racconto di alcuni momenti del Conclave, la tendenza a parlare a braccio, ad esempio, già tradiscono il desiderio di un nuovo stile comunicativo rispetto al passato – più immediato, più diretto –, mentre la scelta sullo stemma episcopale del motto “humilitas” (già adoperato da san Carlo Borromeo) rivela la volontà, che si fa testimonianza e paradigma, di una vita di evangelica povertà e sobrietà. 

E proprio questa tenace “umiltà” finisce col costituire – Antonio Preziosi lo dimostra attraverso puntuali rimandi a discorsi e atti del Santo Padre – il filo rosso che unisce il corso della sua esistenza: come parroco, come vescovo di Vittorio Veneto, come pontefice, Albino Luciani fondamentalmente si è sempre sentito un sacerdote, che non ha mai smesso di esortare gli uomini a sentirsi “piccoli davanti a Dio. Quando io dico: Signore io credo; non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma”. Il passo che segue è tratto dalla premessa a cura dello stesso giornalista e scrittore (che è anche direttore della testata Rai Parlamento).  

“Basta poco, anzi pochissimo, per verificare con quanto affetto sia ricordato in tutto il mondo – anche a quattro decenni dalla sua morte – la figura di Giovanni Paolo I. Ciascuno può fare il proprio “sondaggio personale”, in famiglia, tra gli amici e i conoscenti, tra i propri contatti “social”, o attraverso una attenta ed accurata ricerca bibliografica sul web. Non c’è chi non ricordi Albino Luciani. Il Papa dei “33 giorni”, quello che una fortunata serie televisiva ha definito il “sorriso di Dio”, l’uomo che- arrivato al governo della Chiesa per succedere al Santo Paolo VI – rimase al timone della barca di Pietro soltanto poco più di un mese. Stroncato da una morte imprevista e prematura. L’età anagrafica non era quella di una persona anziana: al momento della morte Luciani non aveva ancora compiuto 66 anni. E prematura, molto prematura, fu certamente la fine del suo mandato pietrino.Il suo pontificato non fu quello più breve nella storia della Chiesa. Ma della storia contemporanea, avvezza a lunghi e consolidati pontificati, certamente sì. Furono solo 33 giorni. E rileggerli, ripassarli nella memoria, andare a riguardare vecchie foto, filmati, scritti, ricordi e testimonianze, è servito a realizzare questo volume che – ben lontano da ogni pretesa di esaustività e di completezza scientifica – vuole essere soltanto una ricerca ed una analisi giornalistica sulle ragioni che hanno reso “indimenticabile” Albino Luciani-Giovanni Paolo I”.

 

Antonio Preziosi, i 33 giorni di papa Luciani, Cantagalli, Siena 2019

 

a cura di Francesco Ricci