Un augurio per il nuovo anno: Siena torni a splendere, da sola

E’ ufficialmente fallita la Mens Sana Basket 1871. La società di proprietà della famiglia Macchi è stata dichiarata fallita dal tribunale di Siena, dopo che il giudice ha negato una ulteriore proroga di tempo, chiesta dai legali della proprietà, per presentare la documentazione e il piano di rientro necessari per accedere al concordato preventivo.
Un altro colpo assestato a Siena e ai senesi e per l’ennesima volta si assiste allo scempio in un torpore che è poco più di un silenzio. Fatta eccezione per il gruppo di nostalgici che hanno tentato il tutto per tutto, anche il glorioso basket senese – in grande salute dal 1934 fino al 2014, anno del crac e del successivo, lento stillicidio fino alla chiusura della parentesi Macchi – muore.
Resta oggi la grande speranza dei giovani e dei senesi che conducono i biancoverdi ripartendo dalla Promozione ed è la stessa speranza cominciata negli anni Settanta che portò poi agli anni di Dado Lombardi e alla grinta del basket senese che dimostrava di saper stare nella fossa dei leoni sbranando gli avversari.

Ed è proprio da qui che si deve ricominciare a guardare con prospettiva diversa il domani, questo l’augurio per la nostra città, per il 2020.
Una città che sempre creduto nei salvatori della patria arrivati da lontano ma che ha dovuto fare i conti con lo sgretolamento dei giganti dai piedi d’argilla.
Siena è una città piccola ma dall’essenza grandiosa e non ha bisogno di continuare a illudersi, deve riprendere in mano tutta la sua ricchezza e mostrare al mondo il suo vero valore. Quante volte è stato detto dopo il crac del Monte dei Paschi, quante volte l’auspicio è stato quello di tornare a costruire ripartendo da ciò che siamo. Eppure, a volte, non so se vi sia mai successo, mi chiedo chi siamo davvero.
Guardo questa città così cambiata, così diversa da ciò che era, così bisognosa di splendere come merita e purtroppo ancora così vittima di false illusioni. Chi siamo, allora, davvero? Dov’è quel carattere battagliero e fiero che ha posto doverosamente Siena nella storia? Passa il tempo e in modo gattopardiano, nulla cambia. Anzi, in maniera silenziosa torna in auge tutto ciò che ci eravamo detti pronti a rigettare, dopo il 2012.
E’ il momento di svegliarsi, è il momento di guardare in faccia la realtà e capire che non è lamentandosi di ciò che era e non è più, che si risolvono le cose. Il mondo è cambiato? Sì, è vero ma noi non dobbiamo cambiare. Dobbiamo trovare la capacità, e ce l’abbiamo, di riuscire a evolvere senza scontrarsi con i cambiamenti ma assecondandoli, facendoli nostri, plasmandoli a nostra misura.
Ce lo insegnano le nostre Contrade, ce lo insegna il Palio, ce lo insegnano i nostri anziani e anche i nostri bambini. Il patrimonio umano di Siena ha un valore che pochi possono vantare, lo stesso vale per quello artistico e architettonico. C’è poco da inventarsi, c’è solo da ripartire da noi stessi senza mai dimenticare che abbiamo radici forti come pochi altri al mondo. Non cediamo di fronte alle lusinghe, facciamo i conti ripartendo dalla gestione sana del ‘bilancio familiare’ e guardiamo avanti con l’intenzione di poter tornare a gestire una ricchezza importante. Inutile elencare quelle che sono le nostre eccellenze, le conosciamo. Non abbiamo bisogno di altro. Nel mondo che corre veloce, mi piace ricordare il più famoso dei paradossi di Zenone, quello di Achille e la tartaruga. Vince sempre chi compie con saggezza un passo alla volta.

Katiuscia Vaselli