Siena e la politica – Questi inutili confronti tra i candidati a sindaco

La assoluta inutilità dei confronti fra candidati venne certificata in maniera definitiva il 2 novembre 2004, quando Georg W. Bush venne rieletto presidente degli Stati Uniti d’America dopo aver “perso” nettamente i tre incontri con il candidato democratico John Kerry. La competenza, la sobrietà, l’affidabilità di Kerry venne riconosciuta ampiamente da tutti gli analisti ed i giornalisti, anche quelli più vicini al Partito repubblicano, e da tutti i sondaggi fra gli spettatori, ma l’esito elettorale dimostrò che pochi ascoltano davvero i candidati e votano di conseguenza. La scelta è basata su altri elementi, di simpatia o di empatia o di rappresentanza , anche a prescindere da quello che poi dicono veramente (“tanto è campagna elettorale”).

Se sono inutili, meglio: ininfluenti – i duelli, figuriamoci questa interminabile fila di incontri fra i 9 candidati a sindaco di Siena, durante i quali ognuno di loro non può che esprimere poche frasi, di solito ben studiate prima a tavolino e stando attento a non suscitare polemiche o a pestare i piedi di potenziali elettori. Una litanìa noiosa, di solito di fronte ad un pubblico fatto da candidati consiglieri comunali portati a fare numero, e dalla quale non si capisce proprio come possano essere utili a conquistare consensi.

Eppure… questi incontri piacciono. E c’è anzi una sorta di gara ad organizzarne sempre di nuovi, dedicati ad un tema specifico (come quello della Piazza delle Idee di ieri, sul monitoraggio civico e la trasparenza amministrativa), oppure più generalista come quello del 4 giugno organizzato da Radio Siena Tv, oppure per vedere chi può raccogliere le proprie proposte ed idee come quello promosso il 1° giugno dal Movimento 5 Stelle di Siena, visto che la principale forza politica italiana ha deciso di non presentare una propria lista per il Comune di Siena.

Qui, oltre alla inutilità dei confronti fra candidati, ci vedo un impegno sincero del Movimento 5 Stelle senese, ma dal punto di vista politico mi sembra inopportuno, prima ancora che sbagliato. Proprio Luca Furiozzi, candidato sindaco non certificato dal Movimento a livello nazionale, aveva coniato la battuta più efficace di questa campagna elettorale: “ci sono 9 Valentini ed 1 Furiozzi”.

Non credo che nessuno dei 9 possa avere cambiato natura, neppure fra un confronto e l’altro…

Roberto Guiggiani