Sfiorata tragedia in carcere a San Gimignano: detenuto dà fuoco alla cella poi scoppia la rissa

Un detenuto nel reparto di media sicurezza del carcere di Ranza a San Gimignano (Siena) ha incendiato ieri la propria cella solo con lo scopo di creare disordini all’interno del reparto. E’ quanto denunciano le organizzazioni sindacali di polizia penitenziaria (Cgil-Fp, Cisl-Fns, Cnpp, Sappe e Sinappe) evidenziano in una nota come «il fumo acre in pochi secondi ha invaso l’intera sezione tanto che è stata necessaria l’evacuazione della stessa presso i passeggi e solo grazie al tempestivo intervento degli agenti in servizio con gli idranti e gli estintori si è evitato il peggio;  per tale motivo un agente ha dovuto ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso».

Anche una rissa «Nello stesso momento nell’altra sezione sempre della media sicurezza 2 detenuti sono venuti alle mani tanto da generare una rissa ed anche lì pronto l’intervento degli agenti addetti che hanno evitato che la situazione degenerasse» prosegue la nota evidenziando: «negli ultimi giorni ci sono stati ripetuti oltraggi e aggressioni nei confronti del personale con sputi e minacce verso la divisa». Le sigle sindacali parlano di «situazione incandescente dovuta anche alla mancanza di un dirigente e di un comandante di reparto in pianta stabile» e denunciano «il sovraffollamento del carcere e l’invio costante di detenuti problematici e psichiatrici allontanati per ordine e sicurezza da altri istituti da parte del provveditorato regionale che  evidentemente considera l‘istituto di Ranza come una discarica».

«Presi in giro» Le organizzazioni sindacali concludono chiedendo «l’allontanamento di tutti quei detenuti che con il loro comportamento producono solo un dispendio di energie di tutti gli operatori penitenziari e stanno di fatto precludendo a tutta la restante popolazione detenuta la possibilità di intraprendere seriamente un percorso trattamentale secondo i canoni dettati dalla costituzione». Le stesse sigle si riservano nel mese di settembre proteste più incisive «in quanto stanchi della presa in giro di un amministrazione penitenziaria sorda».