Non solo l’abbazia e la spada nella roccia: tutte le leggende di San Galgano

San Galgano non è solamente l’abbazia senza tetto e la spada nella roccia, in pochi sanno che dietro queste cose c’è tanto altro e tanti altri luoghi bellissimi da visitare come ad esempio la la chiesa di San Michele Arcangelo che custodisce tutt’ora la testa del SANTO, la sua casa natale e il sasso dove il suo cavallo si inginocchiò dinanzi a San Michele. 


Su Galgano vi sono pochi dati storici sicuri, come incerto è il suo stesso cognome ma sappiamo che nacque nel 1148 a Chiusdino, ora nella provincia di Siena, da Guido Guidotti e Dionigia, in una famiglia della nobiltà locale e morì il 30 novembre 1181. 
Secondo la ricostruzione di Giuseppe S. Costantino, il padre Guidotti, iscritto alla cittadinanza senese, era discendente dei conti Guidi, proprietari di gran parte del Valdarno, e sposò una donna di pari lignaggio, come era consuetudine diffusa fra le nobili famiglie.


San Michele Arcangelo era protettore e avvocato della famiglia Guidotti, i cui antenati avevano eretto chiese e altari in suo onore. Dopo molti anni di matrimonio e sterilità, ebbero il figlio e pochi giorni dopo la nascita presentarono il nome del nuovo arrivato durante una festa di ringraziamento a cui partecipò tutta Chiusdino.
La vita di Galgano è largamente ignota, data la scarsità dei documenti contemporanei. Sono però certi il culto e gli edifici sacri a lui dedicati.
Galgano era un giovane violento e intento ad una vita di divertimenti e di piacere, finché cambiò vita dopo due apparizioni di Misser santo Micchele arcangelo (San Michela arcangelo) che voleva farne un Cavaliere di Dio e parte della celeste milizia: ebbe infatti due visioni successive in cui l’arcangelo Michele gli indicò il suo percorso di vita. 
Nella prima visione era tracciato il suo destino di cavaliere sotto la protezione dell’arcangelo stesso, mentre nella seconda l’arcangelo lo invitava a seguirlo. Oltrepassato il ponte ed attraversato un prato fiorito, che emanava un profumo intenso e soave, raggiunsero una cappella rotonda, Galgano incontrò Gesù, i dodici apostoli e la Vergine madre, che lo esortarono a condurre una vita eremitica e di penitenza, e gli promisero la protezione di Maria, in quanto regina degli angeli. 
Seguendo l’arcangelo Galgano attraversò un ponte molto lungo al di sotto del quale si trovava un fiume ed un mulino in funzione, il cui movimento simboleggia la caducità delle cose mondane. Iniziava così la sua vita da eremita, cibandosi di erbe selvatiche e dormendo sulla nuda terra. Lottò e sconfisse con la sua fermezza il demonio che lo tentava fino alla fine dei suoi giorni. 


Purtroppo poche sono le testimonianze, vere o presunte, che sono rimaste, mentre molto è andato perduto o distrutto di certo sappiamo che la chiesa di San Michele di Chiusdino conserva una reliquia del santo (conservata fino al 1977 a Siena nella chiesa del Santuccio) un cranio con la capigliatura che, se fosse concessa l’analisi, potrebbe svelare l’età ed i veri lineamenti. 
Poco distante si trova la casa natale di Galgano, oggi divenuta una cappella, dove si conserva il Sasso Santo, che secondo la leggenda riporta i segni di quando il cavallo di Galgano si inginocchiò di fronte all’Arcangelo Michele. 

Gabriele Ruffoli