Riccardo Pedraneschi, Il mistero della Pallacorda, Siena, il Leccio 2016

Il grande successo di Finimondo, il secondo giallo di Riccardo Pedraneschi, induce a riscoprire e a rileggere anche la prima inchiesta, sempre ambientata a Siena, che vede come protagonista il commissario Luigi de Pedris, raccontata nel Mistero della Pallacorda. Un misterioso omicidio compiuto nel cuore della contrada del Drago costituisce l’occasione da un lato per ripercorrere la storia della nostra città (le sue tradizioni, i suoi monumenti, le sue istituzioni), dall’altra per ritrarre ambienti e locali che ciascun cittadino senese di questo terzo millennio sente familiari. Un esempio, in tal senso, è costituito dall’incipit dell’opera. È una sera di luglio del 2014, il Palio è stato corso da sei giorni e il popolo di Camporegio è in festa.

 

“Sul muretto antistante alla Basilica di Provenzano stava avanzando Diabolik, un gattone tutto nero, eccezion fatta per due macchie bianche che gli contornavano gli occhi, temuto e rispettato da tutti i piccoli animali che avevano dimora nei giardini delle contrade di Bruco e Giraffa. Giardini che, nel cinquecento, così come l’intero e allora poverissimo quartiere, erano popolati da prostitute e soldataglia. In quel tempo in un tabernacolo era riposta una Pietà di terracotta, la cui collocazione era stata attribuita dalle Cronache a Santa Caterina Benincasa; durante l’occupazione spagnola questa Pietà fu rovinata da un atto sacrilego; un soldato di Carlo V la colpì il 2 luglio 1552 con il suo archibugio: l’esplosione, che mandò in frantumi la figura di Cristo Morto, lasciò incredibilmente illesa la Vergine, mentre uccise il milite colpito dallo scoppio del proprio fucile. La Madonna, ridotta al semplice busto, fu da subito oggetto di straordinaria devozione e sempre il 2 luglio, ma del 1594, le fu attribuito il primo miracolo. Un anno dopo iniziava la costruzione della Basilica in suo onore e, dalla metà del Seicento, venne festeggiata ogni 2 luglio con la corsa del Palio. Dall’altra parte della piazza, seduto a tavola sotto la veranda della Trattoria di Provenzano, si trovava il commissario Luigi de Pedris che si godeva il calare della notte e il primo fresco della giornata, sorseggiando il rosso con cui aveva condiviso la cena, un chianti classico Terre delle Civette”.

 

Riccardo Pedraneschi, Il mistero della Pallacorda, Siena, il Leccio 2016

a cura di Francesco Ricci