Quando Siena respirava musica internazionale

Erano i ruggenti anni Settanta: quelli che avrebbero dovuto cambiare il mondo; che si portavano dietro il ricordo recentissimo del ’68, generoso, confuso, ambiguo “cominciamento” di tutto.

La rivoluzione era nell’aria: in realtà non la fece nessuno, e quando alla fine di quel decennio ci fu chi provò a farla (ammesso che quelli fossero rivoluzionari) finì nella tragedia del terrorismo e delle P38. Ma questo, in quel quinquennio 1970-1974 era ancora lontano; ancora si respira aria di utopia, di novità, di avanguardia, di rottura: nel cinema, nella letteratura, nel teatro, negli atteggiamenti sociali. E nella musica.

E’ proprio questa la chiave di lettura che usano Massimo Biliorsi e i suoi collaboratori nel terzo fascicolo di “Subway”, la felice pubblicazione de “Il Leccio” che ha cominciato a ripercorrere la storia della nostra città (ma proiettata su uno scenario nazionale e mondiale) attraverso la ricostruzione dei gruppi locali, di quelli che a Siena si esibirono, degli eventi e dei concerti che si tennero in città, ma anche quelli che, comunque, lasciarono un segno in chi, a Siena, guardava alla musica con mentalità aperta, non provinciale e ascoltava (no: “studiava”) quel che di nuovo si muoveva in questo settore.

Massimo Biliorsi dà il meglio di sé in questa narrazione, probabilmente perché sono gli anni che coincidono con le sue prime esperienze dirette in questo campo e che gettano le basi delle sue intuizioni: quelle che approderanno, per capirci, al suo sodalizio con Mauro Pagani e all’invenzione della “Città aromatica” anni dopo.

Calendari di eventi, testimonianze dei protagonisti dell’epoca (qualcuno di essi ha fatto carriera; taluni a livello internazionale accanto a grandi nomi del mondo musicale), ma anche copertine di dischi, evocazioni di ambienti e negozi specializzati che si fa fatica a capire quanto fossero solo esercizi commerciali e quanto anche centri di formazione ed elaborazione culturale, storie di giovani che, con la passione della musica, aggredivano la vita, e rievocazione di oggetti, prodotti, mode che imperversavano all’epoca. Il tutto confezionato in una grafica inconvenzionale e raffinata.

Storie di piccola città? Ma nemmeno per sogno. Storia tout court. Di Siena e dei Senesi con un mondo a far da scenario.

Duccio Balestracci