Quando si spengono le luci

Quando si spengono le luci, restano le immagini silenziose e tristi di questi giorni che Siena ha vissuto. Restano gli sguardi increduli dietro le mascherine, restano la commozione e gli abbracci che non si sono potuti dare. Restano le parole, forse anche troppe in questi giorni. Restano gli applausi, lunghissimi, da quando sei arrivato in Piazza a quando te ne sei andato, uscendo da Provenzano. In un modo che non avremmo mai voluto e immaginato, in un modo, però, che era perfettamente nel tuo stile: alla grande.

Non sei mai stato banale e non lo sei stato nemmeno in questo tuo ultimo viaggio; ragazzo sorridente e astuto, uomo sensibile e intelligente, professionista indomito e sognatore. Genio e sregolatezza. Sempre a mille, sempre al massimo. Non solo quando galoppavi sul tufo. Così, tutti questi lunghi applausi sono stati per te, dalla tua Siena e dalle Contrade ma anche da tante parti d’Italia dove eri conosciuto per il tuo lavoro. Hai lasciato il vuoto che la scomparsa di un giovane uomo lascia sempre ma sei riuscito ad aggiungere emozioni forti al dolore: quei nerbi alzati quando sei uscito dall’Entrone, la camera ardente dove la tua famiglia ha salutato per tutta la giornata di ieri migliaia di persone, le immagini dei tuoi Palii che scorrevano e poi, nel pomeriggio, mentre la città ti salutava nel Cortile del Podestà, fuori da palazzo pubblico si applaudivano anche due ragazzi appena sposati: la morte e la vita di coppia che inizia, Eros e Thanatos, il dolore e la gioia, la tristezza e la passione. Tutto condensato dentro Piazza del Campo, il luogo che negli ultimi vent’anni è stato la parte intensa della tua vita. Tutto opposto, come il sole di ieri e la pioggia di oggi. Tutto matto come è matto questo mondo, come ti piaceva dire spesso e come ti abbiamo ricordato nella colonna sonora di questo video.

 

Quando si spengono le luci e ti lasciamo andare, c’è qualcosa dentro ognuno di noi che porti con te. Un po’ di magia, un po’ di giovinezza, o anche solo un frammento di pensiero. Frammenti, come il titolo della canzone di Franco Battiato che – strano il destino – se n’è andato poche ore dopo a te e che un grande amico  – niente succede per caso – oggi mi fa ascoltare. Quando le luci si spengono, un ultimo brivido.

“… I cipressi che a Bolgheri alti e schietti
Vanno da San Guido in duplice filar
Hanno veduto una cavalla storna
Riportare colui che non ritorna….”

Katiuscia Vaselli

 Montaggio video: Marco Crimi