Quando l’etica prevale sulle regole: le banche e i clienti

Trovo molto giusto, oltre che logico, che l’etica prevalga sulle regole.

Principio non scontato quando ci troviamo di fronte a un sistema (il nostro) che ha le connotazioni più del basso medioevo che non dello Sstato moderno, se parliamo di certezza del diritto.

Ho avuto molto piacere quindi nel leggere di alcuni recenti pronunciamenti dell’Arbitro delle Controversie finanziarie della Consob che hanno sancito la possibilità per i clienti “ingannati” dalle vecchie banche fallite – Banca Etruria, Banca Marche, Chieti e Ferrara- di agire per il risarcimento (o altra pretesa) contro le nuove entità finanziarie, subentrate dopo la cessione dei rapporti giuridici.

E’ stato determinato cioè un “continuum” rispetto ai rapporti precedenti, cosa che tutela  – e tira fuori l’etica oltre le regole – non poco chi aveva delle pretese e che, in caso di interruzione giuridica del rapporto, non avrebbero potuto essere avanzate.

Ubi banca (Banca Etruria, Marche e Chieti) e Bper (Cariferrara) saranno quindi responsabili per gli atti ed i fatti lesivi dei clienti posti in essere dalle ex-banche nei confronti dei vecchi clienti che troveranno così tutela e ristoro, se accertati, dei loro diritti.

Si tratta di una pronuncia di buon senso che, a mio modo di vedere, può aprire la pista a tante altre situazioni e, forse, precorrere i tempi per una riforma (parziale) del diritto societario in genere, lacunoso in tema di tutela dei creditori se parliamo di fallimenti e procedure concorsuali in genere.

Ho avuto anche molto piacere sull’estensione di questa pronuncia della Consob perché ho trovato la conferma di una mia posizione (in epoca recente e in uno stato estero) in tema di acquisizione in blocco di rapporti giuridici fra banche e dei pericoli susseguenti all’attivazione di pretese risarcitorie in capo all’acquirente che avevo denunciato ed evidenziato.

Sono piccoli segnali, piccole cose ma sicuramente aprono la via ad un sistema più giusto. E più sociale.

Viva sempre il tricolore.

Luigi Borri