Palii, pioggia e bandiera verde

 

Il 2015 non vale. Piovve sempre e già dal giorno precedente si sapeva che la Carriera si sarebbe tenuta il 17 agosto. Prima di questo (per la cronaca vince il Tittia nella Selva su Polonski) bisogna risalire fino al 17 agosto 1980 per trovare un Palio dell’Assunta rimandato per volere di quel dispettoso di Giove pluvio, signore (secondo la mitologia) della pioggia e delle tempeste. Vince il Leocorno con Uana de Lechereo e Aceto. E’ il Palio in cui il Leocorno, dopo 26 anni, passa la cuffia al Bruco che diventa nonna. Nel 1976 si corre addirittura il 18 agosto e vince sempre Aceto nella Civetta con Panezio, mentre nel 1975 si era corso il 17 agosto con la stessa accoppiata: Aceto e Panezio ma nella Chiocciola. Porta fortuna alla Chiocciola il Palio rimandato perché il 17 agosto 1966 aveva già vinto con Canapetta e Beatrice. Un caso del tutto particolare, e che non si è più ripetuto, è quello del Palio straordinario del 17 settembre 1972 quando, a causa del maltempo, non venne effettuata nemmeno una prova ma si riuscì a disputare la Carriera che venne vinta dall’Istrice con Aceto e Mirabella. Insomma la pioggia è l’elemento imprevisto, non controllabile, che nel tempo ha (momentaneamente) fermato gli ingranaggi perfetti della macchina paliesca e sempre tutto riparte da dove si è fermato. Siamo riusciti a fare il Corteo Storico? Si fanno uscire i cavalli dall’Entrone (dal Cortile del Podestà, sennò mi “sgridano”) e si effettua la corsa. Il Corteo non ha nemmeno messo piede sul tufo (come ieri)? Si riparte dall’ingresso dei figuranti in Piazza. Ah e arrivando alla domanda che tutti si pongono: perché quando si rimanda una prova o un Palio alle trifore del Comune si espone una bandiera verde. Ammetto candidamente che non lo so e anche diversi a cui ho “rotto le scatole” non ne hanno idea. So, però, che la “sua presenza in Piazza” si spinge lontano nel tempo ed anche con usi diversi. In una cronaca della carriera di Provenzano del 1903 si legge che: “entrate tra i canapi soltanto quattro o cinque contrade, i cavalli di esse cominciarono ad agitarsi in modo che minacciavano di rovinarsi andando contro al canapo, e per evitare disgrazie il mossiere Fabbrini lo fece scattare proprio nel momento che due dei cavalli stavano per cadere, brandendo al tempo stesso la bandiera verde per indicare che la mossa non era buona, giacchè gli altri cavalli non erano potuti entrare fra i due canapi”.

Quindi questa bandiera verde ha assunto vari “ruoli” nel tempo e poi, talvolta, le spiegazioni sono le più banali: un colore unico che si vede bene? Oppure, chissà, nelle sartorie comunali, un dì lontano, rimase un pezzo di bellissima stoffa verde e ci fecero questa bandiera per le occasioni particolari. Verde come la speranza? Ma adesso siamo finiti nel “fantapalio”, aspettando il Palio.

Maura Martellucci