Natale a tavola con le tradizioni di Siena: piccoli suggerimenti per abbinare cibo e vino

Mentre l’aria natalizia invade le strade della città, decorata in ogni angolo da luci e installazioni, e la gente si riversa nelle strade e nei negozi alla ricerca dei regali, ci avviciniamo alla settimana delle feste, l’ultima dell’anno. Il Natale è soprattutto un’occasione per ritrovarsi con amici e parenti a gustare i piaceri della tavola, dove i piatti gastronomici tradizionali e i vini sono i veri protagonisti. 

Come ogni città, anche Siena ha i suoi piatti tipici ai quali possono ben essere accostati alcuni vini del territorio, cercheremo insieme di scoprire quali. 

Se per la vigilia di Natale è consuetudine preparare piatti a base di pesce, che potremmo accompagnare con una Vernaccia di San Gimignano, vino bianco dal colore giallo paglierino, fresco e fruttato; il menù del pranzo di Natale, come si tramanda ancora oggi dai tempi dei nonni, è molto più ricco e laborioso. 

Al pranzo di Natale, come antipasto non mancano i crostini con burro capperi e alici e i crostini neri con fegatelli e milza, leggermente bagnati nel brodo. All’antipasto segue il brodo, che avrebbe la funzione di preparare lo stomaco al vero pranzo. Il brodo -di carne di gallina, bove, e a volte anche cappone- in passato fatto con la stracciatella, oggi viene generalmente servito con i tortellini, benché questi non siano di origine senese. Dopo il brodo arriva il vero primo piatto: i tagliolini o le tagliatelle al sugo toscano. Per secondo troviamo il re della tavola: il cappone in umido con i gobbi rifatti. Infine dell’arrosto misto con le patate.

Un tempo il pranzo veniva accompagnato da del “vino rosso sincero”, oggi abbiamo a disposizione una grandissima scelta tra le denominazioni presenti nel nostro territorio. Queste pietanze che presentano un sapore delicato ma comunque abbastanza strutturato, si potrebbero servire con vini rossi giovani o di medio invecchiamento, che non sovrastino troppo il sapore dei piatti, come un Chianti Colli Senesi, rosso rubino fruttato, morbido, poco tannico; per chi invece preferisce dei vini un po’ più strutturati si potrebbe optare anche per un Orcia Rosso, fruttato con note di ciliegia e viola, secco armonico, mediamente tannico o anche un Rosso di Montepulciano fruttato, morbido e leggermente tannico.

Per finire sulla tavola troveremo panforte, panpepato, copate e ricciarelli che d’obbligo vanno accostati ad un buon vin santo. Questo vino, che in passato quasi ogni contadino produceva nei propri caratelli nascosti nel sottotetto, per le feste veniva regalato alle persone importanti come ad esempio al dottore, proprio perché ritenuto pregiato. Oggi il vin santo ha perso un po’ della propria considerazione ed è stato soppiantato dal classico cesto contente varie prelibatezze. Ambrato, fruttato con sentore di miele e spezie, intenso, a volte secco altre volte amabile o abboccato, il vin santo si abbina ai dolci senesi non solo per abitudine, ma anche perché ne esalterà i sapori senza sovrastarli. Diffidate di chi vi offrirà una bollicina Brut con del panforte, qui proprio non ci va!

In alto i calici dunque e buone feste a tutti!

Stefania Tacconi