L’Università di Siena svela il passato della Maremma con il progetto Erc nEU-med. E appare un castello carolingio

Alla scoperta della Maremma con il progetto Erc nEU-med, che indaga il territorio e l’economia del passato nell’epoca in cui si è costantemente proiettati nel futuro, con tecnologia e medialità a farla da padrone e per cui spesso ci si dimentica della grandezza del nostro passato e del nostro Paese. È in quest’ottica che si inserisce un progetto tutto toscano “Erc nEU-med” alla volta della scoperta e riscoperta del territorio maremmano. Un approfondimento storico-archeologico che l’Università Degli Studi di Siena perpetra ormai da tre decenni e che ha ravvivato tramite questa indagine, condotta da ricercatori e professori del Dipartimento di Scienze storiche e Beni culturali, coordinati dall’archeologo Richard Hodges.

Comprendere i processi di trasformazione economici, archeologici e agricoli avvenuti tra il VII e il XII secolo, che hanno interessato le Colline metallifere fino all’area costiera di Follonica e Piombino, è un ottimo punto di partenza per indagare un territorio e un periodo storico di cui si conosce ben poco rispetto ad altre zone europee. Potrebbe costituire la chiave di volta nella comprensione di strategie che nei secoli hanno determinato l’attuale configurazione politica ed economica delle città maremmane. Il progetto nEU-med, iniziato nel 2015 e di durata quinquennale, ha già ottenuto significativi risultati. Gli scavi e lo studio del suolo di Castiglion Bernardi (Monterotondo Marittimo,GR) hanno permesso di ricostruire quegli eventi naturali che hanno modificato la geomorfologia del territorio e che hanno determinato nuovi approcci nello sfruttamento delle risorse territoriali. Inoltre, tramite il rinvenimento di reperti ceramici nel sito di Vetricella (Scarlino, GR) è stata scoperta la struttura di un castello carolingio.


Le ricerche sul campo coinvolgono 25-30 giovani esperti del settore e interessano discipline che vanno dall’archeologia, alla botanica, all’antropologia, integrando i più tradizionali metodi di ricerca e indagine, come il prelievo e le analisi dei campioni, alle più innovative tecnologie, come i rilievi tramite droni e la creazione di modelli 3D per una ricostruzione più chiara ed esatta dell’area. Non solo ricercatori italiani, ma il progetto, fortemente voluto e finanziato dall’Unione Europea, prevede anche il confronto e la collaborazione con i maggiori esperti europei, impegnati a discutere i dati raccolti.


In tal modo un importante progetto di ricerca come nEu-med, nato all’insegna dell’interdisciplinarità e della collaborazione tra studiosi italiani e stranieri, permette di indagare un passato i cui lasciti perdurano ancora oggi, ma anche di costruire nuova conoscenza riguardo lo sviluppo economico di un territorio tuttora di cruciale importanza.

Debora Lapenna