L’Italia che brucia: prima delle conseguenze, degli esiti, ci sono i comportamenti

Conservare il patrimonio esistente in finanza personale è un driver che accompagna ogni generazione. Forse perché racchiude in sé il senso del lavoro di una vita, il risparmio accumulato con sacrificio, il desiderio di lasciare ricchezza a chi ci segue… “dopo di noi”. Proprio così, in quel respiro che avvolge la certezza di un dopo, di un mondo futuro che continuerà anche “senza di noi”. 

Da un’altra prospettiva, maggiormente razionale, la conservazione dei beni, soprattutto se sono di famiglia, rimane un saldo valore che è riuscito a superare e ad abbattere ogni tipo di ostacolo e barriera, perché anche se non è detto che si riesca sempre a farlo, nella nostra mente apriamo un conto per il quale in noi avviene una sorta di separazione contabile. Di conseguenza, si è portati ad attuare in modo naturale comportamenti virtuosi per tutelare il patrimonio che abbiamo in dotazione.

Ogni volta che leggo della nostra terra, l’Italia, o di quella del Resto del mondo arsa dai roghi, non riesco a capacitarmi di come ciò sia possibile. L’Agenzia di stampa Ansa riporta che dal 1° gennaio al 14 agosto 2021 nel nostro Paese sono stati distrutti 120.166 ettari di superficie, letteralmente andati in fumo: più di una città intera, quasi la città di Roma (come si legge nel comunicato stampa). In 8 mesi e mezzo l’Italia si è posizionata al primo posto, in una classifica in cui si trovano nel nostro Paese oltre un terzo dei boschi bruciati in tutta l’UE e per noi il primato del numero di incendi divampati (Fonte: European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione Europea). 

Qualsiasi ristoro economico, semmai ci sarà, non sarà sufficiente a ripagare il Paese e ognuno di noi di un tale depauperamento di ricchezza, dal quale scaturirà purtroppo ulteriore impoverimento dei territori colpiti, quindi necessità di risorse economiche per riqualificarli ed evitare che insieme alla morte della natura ci sia quella economica della mancanza di aziende e di lavoro. Danni incalcolabili in euro e in bellezza portata via senza alcun rispetto della vita che albergava sovrana, magari frutto di secoli di crescita. 

Se da una parte mi chiedo come si possa non capire che il patrimonio naturale appartiene a tutti noi e che per tale motivo la sua tutela dovrebbe risiedere in un conto mentale aperto e separato che corrisponde a comportamenti rispettosi e attenti, dall’altro, ritengo che prima del risarcimento del danno causato, può funzionare solo un sistema ambientale di manutenzione preventiva e di controllo efficaci, insieme a interventi tempestivi per spegnere le fiamme, cioè a strumenti, mezzi e uomini.

Infatti, purtroppo si legge anche di incendi appiccati per tornaconto personale, per ampliare terre di pascolo per il proprio bestiame e risparmiare sulle spese per l’acquisto del foraggio: follia pura per me. 

Le risorse economiche necessarie per ripristinare la ricchezza distrutta, con o senza dolo, e tutelare quella che abbiamo ancora dovranno essere ingenti, in un momento storico dal mio punto di vista tra i più tristi della storia umana.

Qualsiasi futuro economico, il nostro e quello degli altri, passa dai comportamenti. Questa è una verità assoluta che emerge sempre in finanza personale, ancora di più in condizioni di incertezza.

Prima delle conseguenze, degli esiti, ci sono i comportamenti.

Mentre pezzi del mio Paese continuano a bruciare, non dimentichiamo che sta bruciando il patrimonio di ognuno di noi.

Maria Luisa Visione