Le storie di Siena News – Tre ragazzi con la passione per il divano: il chesterfield toscano

Si fa presto a dire divano: il più delle volte pensiamo al divano e ai ragazzi che non si smuovono dalla comoda seduta che permette di fissarsi a tv, Play, Netflix. Ma la storia che vi proponiamo oggi e che ci ha appassionato riguarda tre ragazzi – i fratelli Francesco e Marco Magrini, il cugino Leonardo, il più piccolo ha 32 anni, il più grande 37 – che hanno fatto una scelta di vita importante: rinunciare a tanto rispetto ai coetanei, per portare avanti l’azienda di famiglia.

Una storia tutta toscana, che si racconta appena dopo i confini di Siena, nell’aretino: Vama divani – questo il nome dell’azienda nata nei primi anni Settanta da Fabio Magrini – è specializzata, come dice il nome, in divani ma produce anche altro. E’ sempre stato e rimane il divano, però, il punto di forza aziendale.

Se questa è, è lo è, l’era dei cosiddetti ‘arredi universali’ secondo le tendenze lanciate dall’ultimo Salone del Mobile, questa è anche l’era in cui la società impone presenze meno eccentriche ma neppure minimali, semplicità che diventa poesia, il ritorno all’eleganza senza tempo nella moda come nell’arredamento: ne sono biglietti da visita una giacca bon ton come un divano, il re della casa. E cosa c’è di più elegante e senza tempo di un divano chesterfield? Sì, il divano con i bottoni, vera e propria reincarnazione dello status symbol del mondo aristocratico (in particolare quello britannico, da cui prende il nome il tipo di lavorazione del divano). E questa è anche l’era in cui il valore dell’arte e dell’artigianato torna prepotentemente a dire la sua, segnando un distacco importante tra la quantità e la qualità.

Così Francesco, Marco e Leonardo, con pazienza e sapienza imparata fin da piccoli, fanno nascere i divani toscani di qualità, a dispetto dei più noti slogan pubblicitari: armati di legno, pelle, ago e filo. “Ci vogliono quasi tre settimane e il lavoro di due persone per realizzare un divano chesterfield di qualità” spiega Francesco mentre lavora davanti a noi su un nuovo ordine arrivato in azienda.

“Per la particolare lavorazione capitonnè serve infatti un attento lavoro di costruzione della struttura in legno e di inserimento della pelle – dice ancora Francesco – . I punti di intersezione delle figure romboidali vengono ancorati direttamente alla struttura interna in legno con ago, filo e bottoni”. Per riconoscere un divano chesterfield occorre tenere in considerazione qualche dettaglio, in primis le materie prime di alta qualità utilizzate per la realizzazione e il tempo impiegato dagli artigiani nella cura dei dettagli: “La pelle che utilizziamo arriva dal distretto di Firenze, scegliamo poi i migliori legni e le imbottiture, qualcosa è prodotto nella zona di Vicenza ma in linea di massimo privilegiamo materie prime di qualità toscane. Comunque il prodotto è rigorosamente italiano”.

Non è così facile trovare giovani che lasciano da parte altri sogni per tenere in mano le redini di aziende di famiglia, soprattutto se il settore ha conosciuto e conosce anche oggi una crisi importante: “Il babbo iniziò a lavorare come operaio in una ditta che produceva divani, poi decise di mettersi in proprio e nel 1972 nacque la Vama – racconta Francesco – . Noi venivamo da piccoli, dopo la scuola, in azienda e qui studiavamo ma riuscivamo anche a curiosare nel lavoro di creazione di divani, letti, e poltrone. Ci siamo cresciuti e ne siamo sempre stati affascinati. Quando il babbo è andato in pensione, qualche anno fa, abbiamo capito che quello sarebbe stato il nostro futuro”.

Francesco, tu sei il più giovane, hai 32 anni. Oggi pensi che valga ancora le pena la scelta che avete fatto con tuo fratello e tuo cugino? “Sì, ci pensiamo spesso ma è una scelta che rifaremmo sempre. Un insegnamento del mio babbo lo porto sempre con me: le cose che fai con le mani ti restano. Con il mondo che corre così ne vale la pena, riesci a tirar fuori qualcosa anche con la crisi nera, e quel qualcosa ti rimane sempre. E’ un lavoro, questo, che ti forgia anche il carattere”.

Sicuramente c’è da fare i conti con le pubblicità che tartassano il pubblico e parlano di artigianato di qualità a costi bassissimi: “Spesso vengono da noi clienti che hanno visto un divano artigianale a poche centinaia di euro e lo vorrebbero uguale ma a volte basta poco a far capire i motivi per cui un divano artigianale non può costare poche centinaia di euro”.

E questo sicuramente rende tutto più difficile perché i prezzi sono le prime cose che si guardano… “Per fortuna le persone che vengono in azienda – noi non abbiamo rivenditori esterni, chi vuole i nostri prodotti viene a sceglierseli in ditta o li prenota online – quando vedono con i propri occhi la cura dei dettagli, la selezione delle materie prima, la lavorazione, capiscono la differenza. E si rendono conto che alla fine non abbiamo prezzi alti, rapportati al prodotto”.

Quanto pesa la crisi economica nel settore dell’arredo artigianale? “A livello locale molto ma noi con pazienza, un passo alla volta, andiamo avanti e finché ci permettono di proseguire, lo faremo. Siamo l’unica azienda del territorio a lavorare ancora così. Per compensare la situazione locale abbiamo avuto però l’idea della vendita online direttamente dal sito e abbiamo scoperto che funziona, nonostante il mio babbo non fosse d’accordo. Abbiamo scoperto tanti intenditori ed estimatori del divano chesterfield in particolare in Russia e nel nord Europa. Ma anche per Sud Africa e Stati Uniti. Il Made in Italy ha ancora forza nel mondo quando si parla di qualità, il made in Tuscany ancora di più. I clienti rimangono colpiti dal fatto che la nostra lavorazione è fatta tutta a mano, che curiamo i prodotti quasi fossero davvero un quadro, le finiture sembrano disegnate. Dal momento che ci vogliono tre settimane per il prodotto, mostriamo anche il video (qui sotto una sintesi) che dà l’idea della qualità che perseguiamo”.

R.S.