Le Contrade e il crowdfunding: così la Selva ha restaurato l’oratorio di San Sebastiano

Così il crowdfunding pensato dalla Contrada della Selva appena un anno fa (era settembre del 2017) per restaurare l’oratorio di San Sebastiano in Vallepiatta, ha funzionato.

Questo pomeriggio la presentazione al pubblico di due eventi in uno: da un lato il restauro dell’oratorio e dall’altro la presentazione del volume, curato dai contradaioli, “Più bella e più ornata… due secoli di fede e passione in San Sebastiano in Vallepiatta”.

Un’idea che ha destato non poche polemiche “anche legittime” come ha sottolineato il priore della Selva Stefano Marini ma che oggi, a distanza di un anno, ha avuto ragione dei esistere: la campagna attivata sul sito “Indiegogo” con l’obiettivo di raccogliere i 70mila Euro necessari per i lavori di restauro, si è chiusa con successo.

“In particolare sono gli affreschi – tra cui la Madonna di Francesco di Giorgio Martini – posti dietro l’altare che necessitavano gli interventi più rapidi per non perdere e non vedere distrutti anni e anni di storia – ha detto il priore della Selva, Stefano Marini. Negli ultimi tre anni la Contrada si è resa conto che questi affreschi si stavano inesorabilmente crettando a causa di continue infiltrazioni di acqua: d’altronde l’abside della chiesa guarda la vallata quindi è maggiormente esposta alle intemperie. E’ stato dunque necessario riprendere la parte danneggiata oltre che rimettere in stabilità la facciata”. La chiesa è un luogo importante, una seconda casa, per i contradaioli che dal 1818 ne hanno preso ‘possesso’ e che grazie al web hanno sperato in un aiuto concreto con il crowdfunding.

“Siamo soddisfatti perché siamo riusciti a concludere i lavori prima di quanto potessimo sperare: il crowdfunding è andato abbastanza bene – racconta il priore – sia per i risultati diretti che, in maniera sorprendente, per quelli indiretti. Mi riferisco a soggetti privati ma anche aziende sul territorio nazionale che hanno accolto il nostro appello e ci hanno aiutato nei lavori in forma del tutto volontaria. Noi abbiamo osato senza mai svendere nulla e da tutta Italia ci hanno risposto”. Segno del grande interesse per il patrimonio artistico, culturale, architettonico da parte degli italiani, non solo dei senesi evidentemente attaccati alle proprie radici. Un segnale positivo che ha trovato oggi conclusione nella presentazione alla città di una chiesa del ‘600 tornata ad antico splendore: “abbiamo rifatto anche l’impianto di illuminazione e tolto le sovrastrutture ottocentesche – conclude Marini – riportando l’oratorio alle sue origini, all’arte del Seicento”.

Katiuscia Vaselli