La ‘spolverata’ di neve marzolina a Siena fu un evento storico nella provincia

SETTE ANNI FA UNA SPOLVERATA DI NEVE MARZOLINA A SIENA MA GIA’ A POCHI CHILOMETRI FU UN EVENTO STORICO

Tutto ebbe inizio in una freddissima mattina di marzo dove alle prime luci dell’alba era già presente una leggera patina di neve sui vetri delle auto e all’ora di pranzo la nevicata si intensificò, assumendo a tratti caratteristiche di tormenta e in breve tempo si accumularono circa 10 cm. Poi l’intensità andò calando, e prevalse un forte vento di Tramontana. Nelle zone più alte della città come Vico Alto e l’Acquacalda provò a imbiancare anche la strada, rendendo la circolazione appena un po difficoltosa, ma a sera non restava che uno stratino sui campi e sulle aiuole. Sembrava essersi trattata di una leggera spolverata marzolina, come se ne sono viste tante, ed anche più in là nel mese di marzo sicuramente nulla che verrà ricordato a lungo, una fugace apparizione nevosa, secondo il proverbio: “la neve marzolina dura dalla sera alla mattina”.


Ma nel frattempo iniziavano rimbalzare notizie incredibili, lì per lì accolte con incredulità estrema da chi come noi segue e seguiva la meteorologia. Si parlava di transito con catene già in località molto vicine, e addirittura ancora il giorno dopo, quando qui il paesaggio era completamente privo di neve.
Ma non era che l’inizio di un crescendo di notizie incredibili: di lì a poco si parlò di porte bloccate dalla neve, automobili sepolte, migliaia di rami o addirittura alcuni alberi divelti dal peso della neve, negozi chiusi e situazioni che dalla descrizione di poco si discostavano dalla calamità naturale: piano piano, si andavano scoprendo i primi tasselli di un puzzle che, nel suo insieme, ha poi rivelato un evento storico, di ben altra portata rispetto a quanto si potesse immaginare visto da Siena, e non solo alle quote montane, dove è frequente a marzo imbattersi in nevicate importanti quando al piano la situazione è assai più tranquilla: qui si parlava di cittadine di bassa collina, dal clima notoriamente mite o quantomeno molto simile a quello di Siena: Pienza, Casole d’Elsa, Pomarance, Radicondoli, Rapolano Terme e poi, naturalmente, anche località più di alta quota: Volterra, Montieri, Chiusdino, Montalcino, Montepulciano, Abbadia san Salvatore.


Per tutte le località sopra i 350- 400 metri è stato un evento storico ed eccezionale a tutti gli effetti, eccezionale anzitutto per il fatto che Siena, nonostante la quota di 320 metri é stata circondata chirurgicamente dall’evento, ma soprattutto perché per molte zone si è pressoché eguagliata l’entità della nevicata del 1956, superando quella del 1985 e del 1991… ma attenzione: parliamo di un evento che si è verificato a marzo, ed è accaduto tutto in appena 24-36 ore!
Ma come è potuto accadere tutto questo ? Si è infatti verificata una situazione molto rara: aria fredda e secca al suolo, richiamata da un vortice di bassa pressione abbastanza profondo sul Tirreno, mentre alle quote superiori si sono introdotte umide correnti meridionali, con quindi freddo nei bassi strati e umidità in quota. Purtroppo però intorno a Siena il vento troppo teso da nord- est ha creato una sorta di ombra precipitativa causa probabilmente il riparo dei monti del Chianti che si somma al riparo dell’ Appennino, e lo stesso motivo ha provocato poche precipitazioni anche nella piana tra Firenze e Pisa, e nella Valdarno aretina, mentre, pressoché in tutto il resto della regione, ha continuato a nevicare copiosamente fino a quote basse, con un vero e proprio blizzard dai connotati storici!


La zona più colpita in assoluto è stata quella compresa nel quadrilatero “Volterra-Cecina-Orbetello-Chiusi”…
Gli accumuli sono stati di 40-50 cm già fin da quote bassissime: 300-400 metri mentre a quote più elevate si sono raggiunti anche i 60- 70 cm, con autentiche dune ammassate dal vento di 2 metri, come accaduto a Pienza. Insomma, un evento incredibile che ha risparmiato la nostra città che in situazioni del genere avrebbe fatto registrare disagi non di poco conto.

Roberto Sebastianelli
Gabriele Ruffoli
Per le foto: Simone Cicalini
Associazione Meteorologica Senese