La Rocca di Crevole e il fantasma dell’arcivescovo

Nelle nostre meravigliose zone, storie e leggende non finiscono mai perché come protette da una cassaforte dove sono contenute le une nelle altre e si diffondono di generazione in generazione.
Oggi mi trovo lungo la vallata del torrente Crevole, nella bellissima zona della valle “della” Merse, solcata da fiumi e torrenti che poi confluiscono nell’Ombrone senese. Luoghi di vita, di ricchezza e di bellezza ma anche di grandi alluvioni e inondazioni che nel tempo hanno destabilizzato gli abitanti che vi vivevano, tra il verde della macchia, nell’alto di una collinetta spiccano i resti di una torre e di un poderoso muro: Crevole era un’antichissima fortezza, posta strategicamente su uno sperone roccioso che sovrastava la valle.


La rocca nata nel 1189 conserva oltre a quanto rimane delle antiche fortificazioni varie tradizioni legate alla figura del vescovo Donosdeo Malavolti che vi morì in battaglia intorno a metà del 1300 per difenderla dai briganti che volevano saccheggiarla.
La leggenda racconta che il suo fantasma fece la prima comparsa molto tempo dopo quando la rocca venne derubata dagli spagnoli nel 1554. Il vescovo armato di un crocifisso lanciò il suo anatema contro i saccheggiatori. Da allora chiunque minacci il castello rischia la maledizione di Donosdeo che appare la notte con “occhi di fiamma e piedi di brace”.

 

Alcune tradizioni indicano le notti di luna piena, durante le quali brandendo ancora la croce, con un esercito di soldati che lo seguono nelle sue apparizioni trascinandosi e urlando, scaglia con antiche parole le sue maledizioni.
Un’altra versione, più arricchita, tramanda che il vescovo voglia non solo difendere ancora e per sempre la sua amata rocca ma anche la preziosa biblioteca che ne occupa i sotterranei. Nascosta nei vasti cunicoli la biblioteca di Donosdeo non è stata ancora scoperta e non ha avuto la giusta custodia dei materiali preziosi che conserva e a cui il vescovo teneva molto. Se è vero, come narra la leggenda, il fantasma avrà pace solo quando la biblioteca sarà ritrovata e fino a quel giorno le urla e i gemiti dei feriti e dei moribondi non smetteranno e nemmeno le apparizioni dello spettro.


Da aggiungere che nel periodo che va tra il 1600 e il 1800 nella vallata del Crevole si registrarono molte situazioni critiche a causa delle forti piogge che il piccolo torrente nelle sue gole non riusciva a contenere e che scagliava verso valle con potenza inaudita allagando e devastando piccoli abitati e molte zone di agricoltura e bestiame. Probabilmente nel corso degli anni la natura ha modificato il letto del piccolo fiume creando un armonia che solo le piogge più intense riesce a spezzare.

Articolo e foto: Gabriele Ruffoli