La meningite in Toscana: ecco perché

GIULIA PICCINI, SCIENTIST DI VISMEDERI PARLA DELLA MENINGITE E DI COME COMBATTERLA

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Ultimamente sentiamo parlare sempre di più di meningite, a volte a sproposito. In Toscana questa malattia ha avuto una particolare recrudescenza, soprattutto nel fiorentino. La Regione sta affrontando l’emergenza con un vero e proprio piano di vaccinazione diffuso.

Per saperne di più sulla meningite abbiamo parlato con Giulia Piccini, scientist di VisMederi, una società di ricerca e servizi qualificati che opera nel campo delle Scienze della Vita e della Sanità Pubblica.

Che cos’è la meningite?
«E’ un’infiammazione delle meningi, che può essere determinata da agenti patogeni distinti. Nella maggior parte dei casi è causata dal meningococco, un batterio che colonizza il tratto oro-faringeo. Da qui si può sviluppare un morbo che dalle mucose entra nel sangue per arrivare alle meningi, dove innesca la vera e propria malattia meningococcica. I sintomi che possono mettere in allarme sono ben definiti: forte mal di testa, febbre alta, vomito e rigidità del collo. Possono, però, essere confusi con quelli dell’influenza.

Il 10% della popolazione è portatrice sana del meningococco nell’oro-faringe. Queste persone non sviluppano la malattia, ma sono altamente contagiose, specialmente in ambienti affollati».

Come mai può portare alla morte?
«Perché l’infiammazione delle meningi non rimane localizzata ma si diffonde in tutto il corpo, causando una condizione di setticemia generale. Arrivati a questo punto, se la malattia non viene affrontata adeguatamente con gli antibioitici, ci può essere il decesso del soggetto affetto».

Sentiamo parlare di meningite A, B, C e così via. Perché?
«Le differenti denominazioni rappresentano i vari gruppi di meningococco che possono causare la meningite. Cinque di questi hanno delle spiccate proprietà invasive e sono: l’A, il B, il C, il W e l’Y. Per prevenire lo sviluppo di questi gruppi di meningococco possono essere usati i vaccini».

Perché è importante vaccinarsi contro la meningite?
«Il vaccino è l’unico metodo che, oltre a poter impedire lo sviluppo della malattia, possa ridurre il numero di portatori sani del batterio. Ci sono diverse varietà di vaccino in commercio, fra l’altro quello contro il meningococco di tipo B è stato preparato proprio a Siena.

La vaccinazione è importante non solo per la propria salute, ma anche per il benessere dell’intera popolazione. Certi soggetti che non rispondono ai vaccini possono essere tutelati solo con l’“immunità di gregge”, cioè la protezione diffusa nella cittadinanza».

Come mai alcune persone, nonostante siano vaccinate, contraggono ugualmente la meningite?
«Le ragioni possono essere diverse: c’è chi non riesce a sviluppare una risposta immunitaria, chi non ha effettuato il richiamo vaccinale o casi in cui tutto succede senza che si possa capire il perché».

Perché ci sono tanti casi in Toscana?
«In Toscana è presente un ceppo di meningococco di tipo C particolarmente invasivo. Ha una letalità abbastanza alta. Si stima che circa l’84% dei casi avvenuti in regione siano dovuti a questo ceppo, mentre nelle altre zone d’Italia è responsabile del 40% delle malattie».

Qual è il modo per ridurne l’incidenza in Toscana?
«Si riduce con le campagne di vaccinazione, che sono attive in regione dal 2015. Il vaccino è fornito dalle Asl gratuitamente a tutte le fasce a rischio: gli adolescenti tra gli 11 e i 20 anni, i bambini dal 13esimo mese di vita e, su richiesta, le persone tra i 20 e i 45 anni. Al momento è al vaglio una proposta per estendere, sempre gratuitamente, la campagna agli over 50».

Emilio Mariotti