Inchiesta sul mostro di Firenze: Salvatore Vinci è vivo

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Paolo Cochi

Paolo Cochi

Paolo Cochi è stato a Siena lo scorso 7 settembre, per presentare il suo libro ‘Il Mostro di Firenze – Al di là di ogni ragionevole dubbio’.  Un lavoro approfondito che permette al lettore di accedere a verbali, atti ufficiali, rapporti giudiziari, oltre che di confrontarsi (nella terza parte del testo) con alcune delle più recenti conclusioni cui sono pervenuti medici legali ed entomologici. Una ricerca preziosa che si è legata, in qualche modo, al lavoro di ricostruzione che Siena News ha fatto nell’ultimo anno, raccontando uno per uno i delitti attraverso dettagli che sono andati al di là di ogni ricostruzione mai fatta prima, racconti che hanno toccato anche la parte psicologica ed emotiva, oltre alla cronaca. Con Paolo Cochi ci siamo confrontati, quella sera del 7 settembre a cena come successivamente e siamo stati contenti di verificare il suo apprezzamento e la curiosità nei confronti del nostro lavoro, così diverso nell’approccio rispetto a quelli fatti finora, capace di dare spunti nuovi anche a un giornalista investigativo del suo spessore. Oggi si scopre che Salvatore Vinci, l’ultimo di quel gruppo di sardi indagati per i delitti, l’unico ancora in vita, si trova in Spagna (dettaglio che avevamo ipotizzato in uno dei nostri articoli, secondo le nostre informazioni). Cochi ci sta lavorando. Proprio come noi. Lo avevamo intervistato a Siena. Oggi ci siamo confrontati nuovamente con lui.

Paolo Cochi, degli indagati sui delitti del mostro, chi è ancora in vita?

“L’unico attualmente ancora in vita risulta Salvatore Vinci che espatriò nel 1989 ed attualmente si trova in Spagna, in un paesino nei pressi di Saragozza. Salvatore subì un processo e venne assolto nel 1988 dall’accusa di omicidio nei confronti della sua prima moglie Barbarina Steri. Subito dopo andò via dalla residenza di Firenze trasferendosi a Villacidro, suo luogo di nascita, per alcuni mesi. Dopo di che nessuno seppe più nulla. Dalle mie ricerche, risulta un suo “passaggio” a Roma nel 1991 ed uno nel 1993 a Firenze. Attualmente mi risulta in vita. L ‘ultimo dei protagonisti dell’ indagine sul delitto del 1968, di cui si è parlato molto, ma forse le indagini son state interrotte troppo presto”.

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Secondo te cambierà qualcosa adesso?

“Non credo. il quadro della vicenda è a mio avviso il seguente: la pistola non è mai stata ritrovata e soprattutto nessuno ha mai spiegato come possa esser ‘arrivata’ a Pacciani che con i sardi non aveva alcun legame. Se per il primo omicidio abbiamo una condanna molto opinabile a Stefano Mele come autore unico, i successivi duplici omicidi del 1974 ed i due del 1981 non hanno alcun colpevole. L’ipotesi dei mandanti si è conclusa con delle assoluzioni ‘perché il fatto non sussiste’. Non si spiega ne il passaggio dell’arma da Stefano Mele a Pietro Pacciani, né chi ha compiuto i 3 duplici omicidi dal ’74 all’ ’81, né tantomeno chi avrebbe commissionato i delitti. Questo è il quadro oggettivo della situazione processuale, la soluzione del caso è molto lontana per poterla definire risolta.
Personalmente non privilegio una ipotesi piuttosto che un’altra, mi sono documentato a 360 gradi. Ritengo tuttavia che quella più inverosimile sia proprio quella su Pacciani ed i compagni di merende”.

Nel 1989 Salvatore esce indenne da tutti i procedimenti giudiziari. Potrebbe essere ancora utile oggi una sua testimonianza?

“Penso che potrebbe esser utile, ma questo devono valutarlo gli inquirenti”.

Essendo un importante lettore dei nostri articoli di ricostruzione della vicenda, quali errori, quali punti vincenti e in cosa è originale il lavoro di Siena News?

“Il vostro lavoro è estremamente approfondito e curato. Questo è un punto vincente. Per completezza estenderei la ricerca a situazioni di inchiesta che vadano anche al di là dei protagonisti del 1968”.

Andrea Ceccherini

Katiuscia Vaselli