Il mio ‘voyager’ quotidiano nella bellezza di Siena

Sono rimasto prima stupito, poi divertito ed infine mi sono fatto sommergere dalla tenerezza per i post pubblicati dai senesi su Facebook durante la trasmissione della puntata di Voyager su Rai2 dedicata in gran parte alla nostra città.

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Sono rimasto prima stupito, poi divertito ed infine mi sono fatto sommergere dalla tenerezza per i post pubblicati dai senesi su Facebook durante la trasmissione della puntata di Voyager su Rai2 – lunedì scorso – dedicata in gran parte alla nostra città.
Tanti commenti su quanto Siena sia bella e ricca di capolavori, che mi hanno fatto tornare bambino, al “mondo di ieri”, diciamo gli anni ’70 del Novecento, quando c’erano soltanto i due canali della Rai ed una trasmissione dedicata a Siena era un evento capace di far veramente scoprire anche a noi tesori e bellezza di questa città: “l’ha detto la televisione” si mormorava.

Come se avessimo bisogno del simpatico Roberto Giacobbo per ricordarci che cosa è Siena.
Allora consentitemi di suggerirvi il mio “Voyager quotidiano” per la città. Quando devo parcheggiare in Fontanella, mi organizzo sempre per arrivare con un quarto d’ora di anticipo e godermi la “campagna in città” degli Orti dei Tolomei, così come mi invento sempre una scusa per fare Via Calzoleria e approfittare per entrare ed uscire dal Castellare degli Ugurgieri, non senza aver dato uno sguardo a 360 gradi sui palazzi che vi si affacciano dentro. Così come difficilmente resisto alla tentazione di imboccare l’Arco dei Rossi per fare una “capatina” ed una sosta di quiete interiore nel Vicolo degli Orbachi.
Poiché abito fuori Porta Romana e mi piace camminare, tornando a casa – se vedo che la luce è quella giusta – è inevitabile che salga le scale della chiesa di San Clemente in Santa Maria dei Servi e mi goda la vista di uno dei più belli affacci sulla città, mentre è davvero troppo tempo che non approfitto delle visite gratuite (ogni giorno, dal lunedì al sabato, ore 9.30, 10.30 e 11.30) per andare a godermi – quasi sempre fra pochi intimi – il Museo delle tavolette di Biccherna all’Archivio di Stato e la spettacolare terrazza su Piazza del Campo.
Mi riservo infine per le occasioni speciali, quando sento di meritarmi un “premio” del genere, la visita alla Basilica cateriniana di San Domenico, per lasciarmi ancora una volta incantare da quattro capolavori che vi sono conservati con la massima cura: la Maestà di Guido da Siena, l’affresco di Andrea Vanni che raffigura Santa Caterina (unico ritratto della Santa fatto in vita); il ciclo di affreschi del Sodoma nella Cappella di Santa Caterina e l’Adorazione dei pastori di Francesco di Giorgio Martini.

Roberto Guiggiani