Il fiume Arbia: il drago, il cavaliere, Montaperti. La faglia e l’alluvione

Il fiume Arbia nasce vicino a Castellina in Chianti nei pressi di Poggio Cavallari a circa 650 metri sul livello del mare e  scende a carattere torrentizio tra boschi impervi e morbide colline sassose fino a raggiungere la parte più pianeggiante del suo percorso attraversando gli abitati di Pianella, Arbia, Taverne, Tressa e Monteroni. Arrivato tra Ponte d’Arbia e Buonconvento confluisce nel piccolo torrente Ombroncino facendolo così diventare Ombrone.
Francesco Scorza Barcellona scrisse nel Bullettino Senese di Storia Patria che il nome Arbia deriverebbe dalla parola Latina “Rabies” che i primi insediamenti lungo il suo corso avrebbero dato al fiume come espressione di sfogo contro le continue alluvioni e gli allagamenti che costringevano la popolazione a fare continui cambiamenti. Un’ altra ipotesi sul nome sembra derivare da un personaggio Latino di nome “Albia” vissuto dove adesso si trova il piccolo abitato di Vallina.

Comunque e qualunque sia l’origine del suo nome l’Arbia diventa immortale per la tremenda battaglia di Montaperti avvenuta il 4 Settembre dell’anno 1260 dove i Senesi uscirono vittoriosi contro Firenze. Dante ne fa cenno proprio nella Divina Commedia (Inferno, Canto X)  raccontando “Lo strazio e il grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso”.
Ma il fiume non è solo questo, su di esso vi sono altre storie determinanti: tra tutte, quella che riguarda l’attività sismica nei pressi di Siena. Infatti una faglia attiva detta anche “faglia dell’Arbia” si trova esattamente sotto il suo corso nella zona di Isola d’Arbia e più precisamente a poche centinaia di metri più a valle di Salteano. Oltre a questo c’è anche la situazione alluvionale che nei secoli ha sempre creato danni.
Infatti Tommaso Martelli ci racconta che nel corso degli ultimi cento anni le alluvioni più devastanti furono quelle del 7 e 8 Novembre 1928 dove piovve per 12 giorni a fila e il fiume esondo in più punti da Gaiole in Chianti a Buonconvento, poi 1 e2 Novembre 1944, nell’alto corso è stata la piena più grande del secolo forse a causa della guerra. A Pianella e Taverne l’acqua raggiunse livelli record ancora imbattuti.
Il 4 novembre 1966, nella sua interezza la piena clou del ‘900 con incredibili esondazioni ovunque lungo il suo corso e gravi danni.
Il giorno 8 Ottobre del 1993 la piena del fiume fece crollare lo storico ponte di Pianella.

Il ponte di Pianella poco prima del crollo del 1993

Per finire il 21 ottobre 2013 una piena devastante colpì dall’abitato di Taverne in giù e fu seconda solo a quella del 1966 e del 1944.

Ma Arbia è anche storie e leggende tra cui ne spiccano due molto interessanti ritrovate in alcuni vecchi scritti del XVI-XVII secolo: la prima narra di una creatura terrificante simile ad un drago. Lunga come due uomini sdraiati, 4 zampe e con una grande bocca piena di denti che uccideva pecore e capre lasciando solo pochi resti. Questa bestia avrebbe vissuto per molti anni nel corso del fiume che oggi va da Pianella fino a Vallina, lungo le gole sotto Pancole.
Si narra che i contadini avrebbero fatto di tutto per catturare e uccidere quella strana bestia ma che nessuno ci fosse mai riuscito e che anzi, due persone riportarono ferite mortali nella colluttazione con il mostro.
La seconda invece ci racconta di un Cavaliere che passava dalla via Francigena per recarsi a Roma, passato l’abitato di Monteroni fu accerchiato da un branco di lupi che lo fecero cadere da cavallo. Se pur armato di spada non riusciva a uccidere gli animali che lo ferirono ad un braccio. L’uomo perse la sua arma e cercò di sfuggire correndo quanto più poteva fino a che si trovò davanti al fiume. Con la sua armatura non avrebbe potuto guadare il corso d’acqua e allora impaurito e destinato a diventare cibo per i lupi si mise a pregare la Vergine Maria. In quell’istante il fiume si fermò e si creò un piccolo varco tra le acque che fecero salvare il mal capitato.
In quel punto fino a qualche decennio fa vi era un ponte chiamato dai vecchi del luogo “il ponte del miracolo”.


Ma l’Arbia è anche fonte di “polemiche e discussioni”, per anni in molti si sono chiesti perché il fiume debba perdere il suo nome a scapito di “Ombrone” benche alla confluenza dei due il fiume Arbia abbia una portata d’acqua di ben 5 volte superiore a quella dell’ombroncino. Ma su questa vicenda trattata anche di recente non ci sono mai state risposte.

Gabriele Ruffoli