Il 25 novembre, le donne, la violenza, il pensiero: Anna Ferretti

Quando si avvicina il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Siena News ha voluto far parlare proprio le donne: un campione scelto tra età, professioni, stili di vita diversi. Per costruire quello che è davvero il pensiero rispetto alla data del 25 novembre, a ciò che è stato fatto e a ciò che manca, per capire il senso delle donne secondo le donne. 

Chi è Anna Ferretti?

E’ una donna che ha avuto la fortuna di poter fare quello che desiderava, di essere figlia, madre, nonna, moglie, cooperatrice, volontaria,di conoscere la politica, di cambiare nel tempo sempre in piena libertà, senza costrizioni se non i limiti che ho scelto di darmi secondo i miei valori.

Che cosa è il 25 novembre?

E’ un giorno importante perché se la violenza è da rigettare sempre, contro chiunque venga agita, quella sulle donne è ancora più “amara” perché, anche ora che siamo nel 2022,le donne non hanno raggiunto la pienezza dei loro diritti. Usare la violenza contro una persona già “debole” perché priva di diritti in troppe culture, spesso senza un reddito proprio, con una cultura che ancora non la ritiene all’altezza di certi ruoli è veramente intollerabile.

Quante e quali sono le violenze che una donna può subire e quando si supera il limite in cui ci si ferisce da sole?

“Ci sono violenze fisiche evidenti e frequenti purtroppo, troppe anche mortali. Poi ci sono quelle psicologiche, quelle sociali, quelle sentimentali, il ricatto dei figli…..Ci sono tante modalità per fare violenza. Il limite si supera quando riescono a farti sentire colpevole per quello che subisci, quando ti dici: “Me lo merito!”.

Una donna ce l’ha fatta quando…

“Ho incontrato molte donne vittime di violenza in questi anni. Le ho incontrate spesso nel momento peggiore e migliore: nel momento della decisione di rompere, di uscire allo scoperto con i rischi di essere non creduta, di essere additata, di essere contestata dai figli. Ho visto fatica, paura e dolore, ma consapevolezza di essere persone e di avere diritto ad una vita diversa. Non tutte nel tempo hanno retto nella loro scelta di “denunciare”, di “liberarsi”, a volte sono percorsi con ricadute per un malinteso amore per i figli, perché ti senti sola contro tutti e tutto.
Sono però convinta che quello strappo, quella svolta è per loro, comunque vada, la consapevolezza di avere una volontà e di poterla esercitare. Per chi ha sempre e solo subito è comunque “ avercela fatta”.