Deposito scorie radioattive, il sindaco Francini: “Non vogliamo essere nella nuova lista”

“Non solo spero che il nostro territorio sia stato escluso dalla nuova carta, ma francamente non voglio nemmeno pensare ad una situazione differente da questa”. Così si esprime il sindaco di Trequanda Andrea Francini dopo che Sogin ha inviato al ministero la carta nazionale delle aree idonee per la realizzazione dell’ormai famigerato deposito di scorie radioattive (nella foto uno degli incontri effettuati sul territorio prima di presentare il dossier contro l’inserimento nella lista Cnapi). Il documento sarà reso pubblico non appena il ministero pubblicherà l’apposito decreto; il primo cittadino di Trequanda, tuttavia, si augura che l’area della provincia senese (che riguarda per l’appunto parte dei territori comunali di Trequanda e Pienza) che è stata inizialmente inserita nella Cnapi sia stata adesso esclusa dal documento successivo.

Questo è un passaggio ulteriore rispetto a quanto vissuto finora. Lo si capisce anche dal nome del documento: non si parla infatti più di Cnapi ma di Cnai. La differenza è sostanziale: si passa infatti dalla carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a quella delle aree che sono, appunto, ritenute idonee per la costruzione del deposito. Si tratta di una prima rilevante scrematura rispetto a tutte le zone inserite nel documento iniziale. Trequanda spera di essere stata esclusa, dopo l’intenso lavoro che è stato effettuato per spiegare i motivi per i quali in questa area geografica un sito di scorie radioattive non dovrebbe nascere.

“Spero che il ministero faccia presto e che renda pubblica con decreto in tempo brevi la nuova carta – dichiara il sindaco Francini. – Noi abbiamo fatto fino ad oggi tutto il lavoro che dovevamo fare, spiegando i motivi per i quali il deposito di scorie radioattive non può essere realizzato qui. Ci auguriamo che chi andrà a prendere le decisioni conosca la nostra zona geografica. Ci sono motivazioni ambientali, paesaggistiche, alimentari, economiche e geologiche per le quali il sito radioattivo non può essere fatto da noi”.

Tra le aree che saranno ritenute idonee, poi, potrà anche essere presentata qualche manifestazione di interesse per la realizzazione del deposito. Che infatti può anche voler dire e significare posti di lavoro ed economia prodotta. “Invito a lavorare in quel senso – le parole di Francini – andando a valutare le manifestazioni di interesse che giungeranno. Noi siamo invece un’area da tutelare, da noi non può sorgere un sito di scorie radioattive, non abbiamo una vocazione di quel tipo”.

Gennaro Groppa