Covid, ragazzi e contrade. Emiliano Muzzi: “I giovani hanno perso un punto di riferimento importante”

Che il Covid-19 abbia cambiato il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, lo abbiamo capito. Ma accettarlo è sempre difficile, soprattutto quando dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere a causa di un’emergenza sanitaria. Una presa di coscienza sicuramente complicata per tutti, soprattutto per i più giovani e adolescenti ma anche per le persone anziane. La socialità è il motore della vita, un bisogno necessario per affrontare il nostro quotidiano. A Siena lo sappiamo bene, perché per molti socialità vuol dire contrada, dove amicizie storiche si intrecciano con sentimenti nuovi e ogni giorno non mai uguale all’altro. Ma se il 2020 è stata una sorpresa il 2021 è stato il consolidamento di una tragedia oltre a un anno ancora più intenso e complicato. Anche per le contrade che da ottobre hanno chiuso le loro porte per poi aprirle nuovamente a maggio: 7 mesi infiniti durante i quali moltissime persone sono rimaste chiuse nelle proprie case.

La contrada a Siena è una famiglia, la tenuta del tessuto sociale di tutta la città, un luogo protetto e sicuro soprattutto per i giovani. Per certi versi la chiusura delle società delle contrade è risultata deleteria per i ragazzi e gli anziani che si sono ritrovati, all’improvviso, senza un punto di riferimento dovendo affrontare quello che probabilmente sarà l’esperienza più dura e lunga della vita, come del resto è stato per ognuno di noi.

“In questo anno ho visto generazioni di ragazzi completamente allo sbando – dice Emiliano Muzzi, presidente del Comitato amici del Palio – e questo mi ha preoccupato molto. Ho vissuto l’esperienza dei ragazzi personalmente e ho visto come la Dad, la mancanza di un contatto fisico con amici e compagni, un legame diverso con i professori ha costituito un forte danno nei confronti dei ragazzi. In pratica possiamo dire, senza mezzi termini, che hanno perso un anno della loro vita, la chiusura delle contrade ha poi peggiorato la situazione essendo stati abituati a vederla come un ‘porto sicuro’ in cui andare a divertirsi ma anche rifugiarsi nei momenti più difficili”.

Niccolò Bacarelli

intervista di Katiuscia Vaselli

ripresa e montaggio di Emanuele Giorgi

Di seguito la video intervista integrale a Emiliano Muzzi, Carlo Covati e Andrea Lensini