Come scelgo il mutuo più adatto, in queste condizioni di incertezza?

Affitti in Italia, continuano gli aumenti per richieste e costi

Quando il contesto è complesso anche una decisione finanziaria che in un determinato momento della nostra vita appariva semplice, diventa difficile da assumere.

C’è bisogno di semplificare e di ragionare in termini lineari, aprendo scenari dinamici, ma contestuali con l’obiettivo di valutare le diverse opzioni, in base alle preferenze e ai vincoli di rischio soggettivi.

Indipendentemente dall’annuncio di un rialzo dei tassi a luglio, già da inizio anno i tassi di finanziamento si sono mossi in salita. In particolare, la crescita è stata più marcata per i mutui a tasso fisso sulle diverse durate, con un indice sintetico di costo, T.A.E.G. per i 20 anni che, in questo momento, parte dal 2,40%, e che arriva quasi al 3,5%, a seconda della banca. A gennaio il miglior T.A.E.G. per il mutuo a tasso fisso era pari a 1,21%.

Confrontando le migliori offerte tra i tassi fisso e variabile, abbiamo una differenza sul T.A.E.G. dell’1,52%, su un euribor che è sempre negativo a 1 mese (- 0,54%) e l’IRS a 20 anni del 2,21% (Fonte piattaforma Mutuionline.it). Differenza che pesa sulle tasche, soprattutto se il mutuo diventa a 30 anni come per la maggior parte degli attuali richiedenti, gli under 36 che trainano la domanda, ma che potrebbero non trovare soddisfazione nel secondo trimestre. Il motivo è che per loro il beneficio della garanzia statale Consap prevede il rispetto di un T.A.E.G. massimo per le nuove erogazioni a tasso fisso dell’1,99%, come segnala l’osservatorio CRIF.

Come dimenarsi tra la scelta del tasso? Preferire la maggiore sicurezza del fisso, con una spesa calcolata che non si modificherà nel tempo, oppure optare per il maggior risparmio offerto dal variabile nel breve termine? È chiaro che con lo scenario che si apre, ormai certo, dell’aumento dei tassi, propendere per il variabile vuol dire avere una rata che salirà, e la difficoltà è capire fin dove. Questa incertezza rende difficile la decisione.

Si può provare a proiettare tale decisione al futuro calcolando il capitale rimborsato nelle due ipotesi rispetto a quello finanziato, ma anche in questo caso conosciamo soltanto la rata iniziale del mutuo a tasso variabile. Di fatto, soltanto al termine della durata dell’operazione potremo tirare una linea certa.

Nonostante questo, però, rimane l’aspetto soggettivo che potrebbe prevalere e far propendere per la sicurezza o per il maggior risparmio, perché la personale propensione all’indebitamento è influenzata da elementi culturali, dalla storia lavorativa individuale, dalle competenze, dall’esperienza in campo.

Nel caso si opti per il tasso variabile, dobbiamo capire come un aumento della rata potrebbe impattare sul reddito e sui nostri conti. Ricordiamo che possiamo fare soltanto delle previsioni, ma è molto importante calcolare l’aumento della rata. Sull’Euribor a 3 mesi oggi viene applicato uno spread creditizio di circa l’1,15%; se come si presume a fine anno arriveremo all’1%, siamo già intorno a un tasso finito del 2,25%, che potrebbe diventare tra un anno circa il 2,90% (Scenario Euribor tra un anno dell’1,75%). Superando quindi il tasso fisso attuale.

La domanda fondamentale è quindi: sapendo che i tassi aumenteranno, preferiresti comunque il tasso variabile? La differenza nella scelta riguarda la gestione dell’incertezza. Se decidiamo per uno scenario che cambia, dobbiamo comprendere bene la sopportabilità, economica e psicologica dell’operazione.

C’è un’altra alternativa che si sta facendo largo ed è quella del mutuo a tasso variabile con cap. In questo caso la valutazione riguarda il tasso variabile applicato inizialmente che avrà uno spread creditizio più alto (il guadagno della banca) e il tetto massimo di tasso applicabile, in caso di aumento, che, in genere aumenta se aumenta l’importo finanziato. 

Ultima possibilità di scelta è il tasso variabile con rata costante, sul quale con i tassi in crescita si rimodulerà la durata, che aumenterà. Viceversa, se i tassi scenderanno la durata scenderà. 

Qualsiasi sia la preferenza dobbiamo tener presenti alcuni accorgimenti:

  1. Comparare le offerte in base al T.A.E.G. e verificare bene lo spread creditizio applicato, perché amplificherà le variazioni in caso di aumento dei tassi.
  2. Scegliere sempre e comunque una rata sostenibile per tutta la durata del contratto. Nel caso del variabile, applicando anche tassi al rialzo, che oggi sembrano impossibili. Tale procedimento ci dà la corretta misura di quanto siamo disposti a pagare al massimo.
  3. Considerare che se la durata del mutuo è più lunga, mi costerà sempre di più, in termini di interessi, per entrambi i tassi.
  4. Dimensionare bene l’obiettivo anche allungando la durata, in considerazione della reale capacità di rimborso e della situazione patrimoniale complessiva.
  5. Interrogarsi bene sul criterio di scelta che restituisce serenità psicologica ed economica a sé stessi e alla propria famiglia.
  6. Affidarsi ad un esperto, per valutare opzioni e alternative anche in corso d’opera. 

In un contesto complesso e dinamico, occorre ragionare per scenari e monitorare con periodicità. 

Domani potremo rivedere l’eventuale convenienza dell’operazione, in relazione ai cambiamenti macroeconomici. Ma oggi è fondamentale che siano rispettate le condizioni di serenità e sostenibilità. 

Maria Luisa Visione