Banca di Cambiano diventa società per azioni

L’istituto di credito di Cambiano è il primo ha completare la trasformazione da bcc a s.p.a.

Chiecchio, Bosio e Regini

«La Banca di Cambiano non sarà mai attratta dalle sirene della finanza. Il nostro mercato di riferimento è la realtà». Non poteva essere più netto il direttore generale Francesco Bosio per chiarire la direzione che prenderà l’ex istituto di credito cooperativo nato a Castelfiorentino. Dal primo gennaio la Banca di Cambiano è infatti diventata società per azioni, con la denominazione Banca Cambiano 1884 s.p.a. e rappresenta il primo caso a livello nazionale di way out che porta all’abbandono del mondo delle bcc.  Questo è previsto dalla legge sul credito cooperativo per le bcc che detengono un patrimonio superiore ai 200 milioni di euro.

Nella conferenza stampa di presentazione, che c’è stata ieri nella sede di Firenze dell’istituto, Bosio ha detto che non ci sono aumenti di capitale in vista e che gli 240 milioni di euro di patrimonio sono sufficienti.

La nuova Banca Cambiano 1884 S.p.A vede confermati  nel ruolo di presidente Paolo Regini, di direttore generale Francesco Bosio, di vicedirettore generale Giuliano Simoncini, che ricoprivano le stesse cariche nella BCC di Cambiano, mentre l’ex direttore generale di Agci Bruno Chiecchio  diventa vice direttore generale vicario.

L’ s.p.a. ha 350  dipendenti,  41 filiali, di cui 25 in provincia di Firenze, comprese le 3 ex Agci di Bologna Torino e Roma. L’esercizio 2016, rappresenta il 134° svolto sotto la denominazione della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e  ha registrato un utile netto nell’arco di € 5 milioni con una raccolta complessiva stimabile in €  2,565 mld  che confermano, pur nelle difficoltà del momento,  il dato del 2015 mentre gli impieghi economici sono stimabili in €  2,131 mld con un incremento di circa il 5,2%.

Il percorso di trasformazione ha avuto luogo con una complessa operazione societaria, che ha ottenuto l’assenso da parte della Banca Centrale Europea e della Banca d’Italia ed ha riportato il voto unanime dei soci e si è concluso con il conferimento a Banca Agci S.p.A. di tutti gli  asset attivi e passivi della Cambiano a valere dal 1.1.2017. La società conferente, la ex BCC di Cambiano ha assunto la denominazione sociale di Ente Cambiano scpa che mantiene la natura a  mutualità prevalente e  si configura, come previsto dalla legge, come capogruppo bancaria., e pertanto ricompresa sotto la vigilanza di Banca d’Italia,  con  il 92,58% del capitale della nuova banca S.p.A. La sede sociale e la direzione generale si sono spostate a Firenze, mentre la struttura operativa centrale permarrà a Castelfiorentino.

La scelta della way out è stata compiuta seguendo la linea intrapresa da Cambiano dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso quando si distaccò dalle strutture federative del credito cooperativo non condividendone le linee gestionali, le strategie ed i costi connessi. L’evoluzione delle normative, le cresciute dimensioni operative necessarie e le dinamiche di mercato hanno progressivamente visto confermata la validità della scelta del distacco adottata. La lunga datazione della posizione di autonomia della Cambiano, che ha comportato conseguenti scelte di tipo organizzativo e strategico,  sta alla base della scelta di tipo industriale compiuta con la way out. Una coerenza che si è manifestata scegliendo la way out resa possibile dalla legge di riforma del credito cooperativo.

«La voglia di tenere alta la bandiera dell’indipendenza è stata ed è la prima, ma non l’unica, ragione che ha spinto la BCC di Cambiano, avendo i requisiti necessari,  a scegliere la strada dell’autonomia rifiutando   di reimmettersi nel nuovo gruppo nazionale  egemonizzato dalla Federcasse, o in altre analoghe strutture nascenti ad opera di altre componenti del sistema delle BCC, come previsto dalla riforma. L’adesione ad un Gruppo avrebbe portato in ogni caso la Cambiano  in un ingranaggio sostanzialmente privo di autonomia che è invece nel dna della nostra banca. Ma insieme alle scelte del cuore  ed alla fedeltà ai valori originari, che sono rappresentati dal connubio sempre vivo rappresentato da efficienza e solidarietà, è stata la scommessa sul futuro, come lo fu quella vincente alla fine degli anni ’70 con l’uscita dalla Federcasse toscana e dalle strutture del movimento delle BCC che ha portato la Cambiano verso la s.p.a.» ha commentato il presidente Paolo Regini.

“Una sfida –  ha continuato il direttore generale Francesco Bosio – che abbiamo intrapreso con determinazione e impegno non indifferenti, vista anche la ridotta tempistica imposta, che ha portato a questo risultato che ci rende orgogliosi. Un risultato che determina il rafforzamento del brand e del posizionamento di mercato di una banca patrimonialmente solida e che continuerà a crescere passo dopo passo anche su nuove piazze, con l’occhio alla redditività e alla qualità del credito. L’adeguamento dell’equilibrio di gestione alle logiche di una banca S.p.A. e la possibilità di un accesso anche  al mercato dei capitali sono obiettivi della nuova banca e si tradurranno in vantaggi per tutti i soggetti interessati quali i soci, i dipendenti, la clientela, le famiglie, le aziende i  risparmiatori e le comunità delle zone di operatività che  potranno apprezzare  le novità che arrivano da una banca dal cuore antico, ma che sa scommettere sul futuro”.

Durante la conferenza stampa è stato più volte sottolineato che  nella nuova veste di S.p.A. la Cambiano non cambierà la sua identità, fatta di costante attenzione al rapporto con la clientela e i territori.

«Questa è sempre stata e sarà una banca amica, una banca che sa ascoltare e che sa sostenere chi merita il credito e chi cerca un porto sicuro per il proprio risparmio», ha ribadito Bosio.

Il messaggio è stato tradotto anche nuove campagne di comunicazione e nella nuova immagine coordinata presentata, dove concetti come Borsa/Mercato/Azioni/ trovano forma  in immagini familiari, concrete, reali e quotidiane e realmente nello spirito della Banca.