Allora… Buon anno, Siena!

“Siena è troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande”

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Prendo in prestito questa frase per salutare il nuovo anno. Me l’ha detta un grande amico ieri, davanti a un aperitivo. E ieri era il 1 gennaio 2017. Il primo giorno di un anno che ha appena iniziato a respirare. Facciamolo respirare… diamogli tempo di aprire gli occhi. E pensiamo invece a questa frase, che non è affatto banale. Anzi.

Siena ha salutato il nuovo anno con una festa in Piazza del Campo dai toni sobri ma comunque allegri. Come si conviene anche a un periodo come quello che tutti stiamo vivendo. Come ogni anno, la Piazza si è riempita fino all’inverosimile alle 11.30 per poi ‘distendersi’ dopo le 2. Ma di gente, nei locali in Piazza, ce n’è stata fino all’alba, mentre il vinile del dj set accompagnava la serata. Siena è grande e non ha negato a turisti e cittadini la possibilità di divertirsi anche con poco. Siena è grande ma è troppo piccola per gli eventi come Torino, Milano, Napoli, Roma. Siena è la città dove fino al 2000 non esisteva il capodanno di Piazza eppure, poi, nonostante la crisi, si è impegnata (ed è riuscita grazie alla volontà di pochi) ad offrire comunque divertimento.

Di certo una serata più sobria, buona la musica dal vivo dei gruppi sul palco, tutto – dal punto di vista di chi scrive – si è svolto con precisione e anche rispetto nei confronti dei tempi che viviamo e che richiedono semplicità. Sui gusti non si può certo interferire. Ma sulla scelta di divertirsi senza ostentare e senza spendere cifre faraoniche, sì. Sono passati quei tempi. Benvenuti allora a questi, in cui dobbiamo imparare a stare, magari senza sgomitare ma accettando ciò che accade e cercare di viverlo sempre al meglio dandosi da fare perché sia, necessariamente, sempre meglio.

Che i tempi siano cambiati ormai si è capito, anche i più ‘duri’ sono stati costretti ad aprire gli occhi e a fare i conti con la realtà. Il 2016 è stato l’annus horribilis per Siena e per il resto del mondo. Abbiamo fatto i conti ogni giorno con la violenza, con la guerra, con il terrorismo, con la crisi. Ci siamo visti sfuggire di mano, definitivamente, la Banca più antica del mondo (un finale che – se anticipato nel 2012 quando lo scandalo venne fuori – avrebbe evitato ulteriore spargimento di lacrime e sangue). Eppure per quel poco che rimane, Banca Monte dei Paschi vuol continuare a stare vicino a questa città contribuendo, seppure con poco, alle iniziative che vedono Siena protagonista.

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Il 2016 è stato l’anno delle inchieste – molte delle quali, le più pesanti, vedranno proprio in questi primi mesi dell’anno un giudizio –  e degli scandali come quello dei rifiuti, tanto per parlare del più recente.

Un anno pesante, dall’inizio alla fine, che ha visto la città confrontarsi con la realtà e con lo spettro della mancanza di lavoro e di prospettive. E Siena, se è troppo grande per essere piccola, è anche troppo piccola per essere grande. Siena deve riappropriarsi della propria identità che in questo momento la riportano tra i piccoli capoluoghi di provincia, come prima che qualcuno la illudesse di poter essere al di sopra di tutto e di tutti.

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Ma non è più il tempo per guardare indietro. Ce lo siamo detto troppe volte piangendoci addosso che Siena non è più quella di una volta. No, non lo è più. E prima facciamo pace con questo nuovo stato, meglio è. Perché Siena non sarà mai più quella che è stata negli ultimi trent’anni. E’ necessario che adesso si lasci indietro definitivamente un passato al quale siamo tutti, in qualche modo, aggrappati per guardare invece con coraggio a ciò che sarà.

Siena è piccola ma è grande: lo hanno dimostrato i risparmiatori, i dipendenti, gli azionisti Mps, soprattutto senesi, lo hanno dimostrato ancora una volta i contradaioli anche con il loro lavoro nelle zone colpite dal terremoto, lo dimostra un tempo che riporta la città a guardarsi con occhi nuovi. Quelli dell’accoglienza.

In questo senso, il 2016 se ne è andato lasciandosi dietro qualcosa di buono: la capacità di accogliere, la voglia di dare.

Se c’è qualcosa che anche oggi, come sempre, mette il territorio intero al primo posto su tutto, questa è la solidarietà, la voglia di dare appunto, un’umanità innata che oggi si ritrova per esempio nel grande evento visibile tra Santa Maria della Scala e Cripta sotto il Duomo: La Bellezza ferita. Ma anche nella macchina della solidarietà messa in moto a livello provinciale dal nord al sud passando per le Contrade che anche in questo periodo di festa non hanno mai abbandonato quanti, nelle terre colpite dal terremoto, hanno bisogno.

Di questo si deve essere fieri. In questo Siena è grande, grandissima. E speriamo abbia voglia di concedere di più a se stessa, a volersi bene. A pensare al turismo come fonte principale di sostegno economico – quindi a ripensare i piani secondo nuovi schemi perché l’accoglienza deve essere adeguata, non come è stata finora, prendendo esempio dal lavoro fatto sul Santa Maria della Scala che viene rilanciato con capacità e competenza – . E pensare anche all’università che finalmente nel 2017 potrà assumere nuovo personale, e pensare oltre che al commercio all’agricoltura, elemento fondamentale delle terre di Siena, e all’industria motore dell’area valdelsana, e alle scienze della vita. Pensiamoci tutti, a Siena e alla sua terra, perché ci appartiene. Pensiamo a valorizzare ciò che vale, le persone in primis e smettiamola di avere il coltello tra i denti sempre con tutto e con tutti.

Lasciamo il pettegolezzo, l’invidia, il rancore, ai ‘poveri’ d’animo. Sono abbastanza, non c’è bisogno di aggiungerci a loro. E sono proprio quelli che non hanno lavorato mai un giorno in vita loro. Quei ‘leoni’ che non mettono mai la faccia e il lavoro in nulla, solo le sterili polemiche da social o da bar.

Rimbocchiamoci le maniche, perché solo lavorando si possono avere risultati, non esistono scorciatoie per il buon lavoro. Siena ha bisogno di ognuno di noi per andare avanti con dignità, per splendere. E’ un nostro diritto ma è soprattutto un nostro dovere far sì che la città sia sempre grande. La più bella delle città. Perché è così che la vogliamo, è così che la amiamo.

 

Buon anno, Siena!

 

Katiuscia Vaselli