Aiuto, una tromba d’aria. Ma è un downburst

SPESSO SI CHIAMA TROMBA D’ARIA UN FENOMENO VIOLENTO CHE E’ SOLO UN DOWNBURST. QUALI SONO LE DIFFERENZE?

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La quasi totalità delle volte, non riuscendo a descrivere in modo appropriato, la violenza di una precipitazione, usiamo un termine a portata popolare: la TROMBA D’ARIA… Siti, giornali e tg ci vanno a nozze ma… In realtà il fenomeno ha un origine radicalmente opposta.
Vediamo di cosa si tratta:
Il Downburst è il vento che si forma “davanti” ad un fronte temporalesco che avanza, creato dalla pioggia e dall’aria che con
essa scende: più la pioggia scende violentemente, più il vento è forte. Il Downburst è generato da una colonna d’aria fredda a piccola scala che scende rapidamente dal cumulonembo accompagnata da forti piogge. Al momento dell’impatto con il suolo la colonna d’aria devia, espandendosi orizzontalmente: con queste condizioni si viene a formare un “vortice” rotante all’interno del quale si sviluppano dei venti di elevata velocità ma soprattutto di direzioni opposte tra di loro, e caratterizzato da variazioni improvvise in intensità e direzione, sia su linea verticale che orizzontale.
Il Downburst normalmente è più intenso sul bordo avanzante della stessa cella temporalesca e le raffiche che sviluppa (fino a 250 km/h) possono causare seri danni alla vegetazione e alle strutture dei centri urbani, a tal punto che spesso possono essere confusi con i danni provocati da una tromba d’aria! Ma il Downburst si differenzia da essa per due motivi fondamentali: si può formare anche in presenza di temporali poco intensi e soprattutto, come abbiamo visto nei casi successi negli anni scorsi a Firenze, a Monteriggioni e in Val di Chiana, un Downburst produce venti che si muovono in “linea retta” e che non assumono perciò il classico moto rotatorio delle trombe d’aria.
Tali manifestazioni metereologiche, possono causare notevoli danni, anche in assenza di un tornado. I venti variano tra gli 80 mph (130 km / h) d in linea retta fino oltre 150 mph (240 km / h), con una durata media di 20 minuti o più. Tali eventi eolici in linea retta sono più comuni durante la primavera, quando l’instabilità è più alta.

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I VARI TIPI DI DOWNBURST
Il repentino raffreddamento che avviene durante i fenomeni temporaleschi produce non solo contrasti termici, ma anche forti scarti di pressione rispetto alle aree immediatamente circostanti e la conseguenza è proprio il turbolento e rafficoso flusso d’aria che diverge verso l’esterno. Ma veniamo alle tipologie di downburst: ci sono i microburst che non sono altro che un downburst con raggio d’azione molto localizzato e durata breve, ma possono raggiungere un’intensità devastante. Al contrario, i macroburst rappresentano un downburst in larga scala che si espande orizzontalmente per un raggio d’azione più vasto, anche oltre i 5 km. In genere i macrobrust sono associati a linee temporalesche, mentre i microbrust sono legati a celle singole.

Gabriele Ruffoli
Associazione Meteorologica Senese