Russia – Ucraina, la guerra irrompe nella finanza. Sabato: “Presto incentivi per rinnovabili ed estrazione gas in Italia ma la crisi non finirà”

Mentre l’aggressione della Russia sull’Ucraina non dà tregua neppure ai civili, si delinea in modo sempre più forte anche una crisi economica che va ben oltre i confini dell’Est e che tocca l’Europa tutta, anzi tutto il mondo. E’ con esperti del settore che Siena News decide di affrontare l’argomento. In primis Mario Sabato, oggi presidente del comitato scientifico, internazionalizzazione e finanza d’impresa all’interno dell’Associazione imprese d’Italia (Aidi) che ha sede a Roma e già direttore generale della prestigiosa banca d’affari internazionale Ubae, sempre a Roma. 

Mario Sabato, anche in qualità di ex direttore generale  di una banca d’affari internazionale quale Banca Ubae, come vede gli impatti a breve della guerra Russia Ucraina sull’economia italiana?

“Premesso che l’Aidi che rappresento rifiuta la guerra, sostiene la pace e condivide le azioni del nostro Governo e della UE, esprimo profonda preoccupazione per l’ulteriore aumento dell’inflazione domestica , che a sua volta trascinerà pesanti effetti sui consumi e sulla crescita economica dell’Italia,  che fatalmente rallenterà la sua ripresa già presente. La produzione energetica italiana riceverà a brevissimo  incentivi governativi da destinare alle fonti rinnovabili di energia (eolico nonché  solare con pannelli fotovoltaici) ma anche per quanto riguarda l’estrazione di gas esistente nel sottosuolo già individuato ormai da tempo e non ancora utilizzato per questioni meramente burocratiche e di impatto su ex politiche verdi”.

Quale sarà invece l’impatto economico del conflitto Russia Ucraina sulle economie dei restanti Paesi UE?

“La guerra comporta sempre gravi impatti economici; in ambito europeo in particolare si è già registrata l’impennata dei prezzi delle materie prime ma anche dei costi inseriti nei bilanci statali per gli aumenti della bolletta energetica e della crisi dei rifornimenti oil/gas. L’Europa dovrebbe caldamente raccomandare ai vari Stati membri di attuare politiche economiche flessibili ed agili e comunque meno espansive nel breve periodo anche per evitare il rischio di mancata convergenza futura dei vari bilanci statali  in linea con gli esistenti  dettami UE”.

Dove prenderà l’Italia il quantitativo di gas necessario a fronteggiare la quota della Russia che in un prossimo futuro potrebbe non arrivare più?

“Il nostro Paese intrattiene ottimi rapporti commerciali e politici con Paesi che in questa fase di probabile severa crisi energetica avranno un ruolo fondamentale: mi riferisco in primis alla Libia ma anche all’Algeria, all’Angola, al Qatar  ed al Congo. Il player o veicolo italiano su tali mercati sarà come sempre l’ENI ed il timing è stimato in circa tre mesi per incrementare le forniture in modo sensibile. I vertici ENI –  tra tutti l’amministratore delegato Claudio Descalzi,  sono da anni importanti interlocutori dei Paesi Opec e questo assicura la concretezza delle relazioni ma anche delle negoziazioni di prezzo. L’ENI a breve renderà noto il suo neo business plan 2022 – 2025 al cui interno si troveranno molte delle risposte energetiche del nostro Paese. Discorso a parte vale per i rapporti tra l’Italia e la Libia (Paese che si colloca quale nostro quarto  partner energetico e  stremato da una guerra civile infinita) per incrementare l’approvvigionamento nel nostro Paese del petrolio e gas  libico: l’incertezza politica ovvero la crisi politica esistente in Libia dovrà essere risolta ed in fretta quasi certamente con l’aiuto internazionale – fino ad oggi fallito. Da notare che le varie fazioni/milizie  armate contrapposte libiche non hanno trovato sino ad oggi accordi reali di sorta, anche solo per le elezioni di dicembre  2021, le quali sono state rinviate a data da definirsi. In pratica nel Paese vi è una tensione politica altissima tra i due contendenti attuali Fathi Bashaga ex ministro degli interni  designato nuovo premier ma non riconosciuto internazionalmente e Abdelhamid Dbeibah al centro di un  governo in crisi. I predetti sembrano gestire una crisi politica senza uscite concretamente ravvisabili. Il Paese potrebbe anche scivolare in una scissione politica spinta da interessi Egiziani e Russi, specie in Cirenaica”.

Quali altri rischi politici ed economici vede crescere in questo momento in campo internazionale?

“Mentre stiamo assistendo alla guerra Russia Ucraina, nel quadrante geografico mondiale  a sud est si potrebbero verificare ulteriori incidenti tra potenze dotate ufficialmente e non, di potenziale nucleare. Si tratta dell’ Iran, di Israele e degli  Stati Uniti per via di un lancio di missili a lunga gittata avvenuto di recente da Teheran verso il nord dell’Iraq, missili che hanno centrato un edificio sospettato di essere gestito quale base del servizio segreto di Israele. Nuovo focolaio di problematiche emergenti quindi,  da tenere in stretta osservazione”.

Katiuscia Vaselli