Pensione integrativa: ecco come investire su…se stessi

Se la pensione normale non basta è tempo di un plus..a nostre “spese”

Pensare ad una cifra da mettersi da parte di questi tempi, sebbene bassa, resta quasi un’utopia. Carestia di lavoro e quando si ha la fortuna di trovarlo ecco che le retribuzioni scendono ai minimi storici: per i più fortunati però capita l’occasione di riuscire a mettere da parte un discreto gruzzolo mensile, al fine di garantirsi un domani qualche bel tesoretto dal quale attingere in tempi di magra, o per togliersi semplicemente qualche sfizio.

Non serve tantissimo, sopratutto se l’obiettivo è quello di garantirsi una pensione integrativa al raggiungimento dell’età (sempre più alta) pensionabile. 100 euro al mese è quasi la cifra non scritta ma consigliata, tramite cui poter far crescere un piccolo salvadanaio ed investirlo in modo sicuro. E’ importante a tal proposito scegliere la soluzione migliore e che comporti meno rischi, soprattutto considerando la non auspicabile possibilità di dover disinvestire per un motivo “x” quanto messo da parte mensilmente.

Coi tempi che corrono pensare ad un piano di accumulo capitale che segua questa direzione può diventare con gli anni non importante, bensì fondamentale: la disoccupazione da record, il PIL che non migliora, l’INPS al collasso con la non remota possibilità che la pensione obbligatoria venga abolita. Un piano di accumulo capitale ha varie finalità principali ed è la soluzione ideale per quel risparmiatore medio che ha pochissimi fondi da mettere a disposizione. Basti pensare che sono sufficienti solo 50 euro mensili per poter godere dell’accesso ad uno dei PAC previsti.

Un sistema, che ovviamente trae maggiori vantaggi da un investimento di almeno 100 euro, dai rischi davvero esigui ed è ciò che maggiormente attira l’interesse del risparmiatore. Un piano di accumulo spesso risulta essere l’opzione più gradita perché elimina il rischio legato alle oscillazioni del mercato, con la possibilità di comprare sia in una fase di mercato crescente che decrescente. Ecco perché un PAC diventa l’ideale per coloro i quali non godono di enormi conoscenze di mercato e finanza, ottenendo ovviamente margini di guadagno minori, ma senza dubbio sicuri e dai rischi vicini allo zero. Ulteriore vantaggio di un piano di accumulo è la possibilità di investire su fondi comuni, con una diversificazione tale da eliminare il rischio d’investire su titoli singoli.

Tornando al caldo argomento delle pensioni integrative, queste risultano ormai indispensabili: stime prevedono un fondo pensionistico in futuro vicino al 50% dello stipendio elargito negli anni di lavoro. A tal proposito, è importante distinguere un fondo pensione aperto o chiuso e i PIP, i piani individuali pensionistici. La principale distinzione è legata al fatto che questi ultimi sono prodotti di tipo assicurativo, con investimenti nel settore finanziario. I fondi pensione non sono assicurativi e secondo legge prevedono un comparto che preveda quanto meno la garanzia del capitale versato.

Essere previdenti, dunque, con parsimonia e lungimiranza: questo il segreto per un risparmiatore medio che vuole investire su se stesso a basso rischio e con un margine di guadagno praticamente assicurato.