Montepaschi, rapporto Settore concia, pelletteria, calzature

Il settore della concia, pelletteria e calzature mostra, nei primi nove mesi dell’anno, una dinamica tendenziale nettamente superiore alla media dell’intera industria, con riferimento sia ai nuovi ordini (+17,4% anno su anno, contro +9,1%), sia al fatturato (+13,7% a fronte di +7,6%). La migliore performance del settore, iniziata nel 2010, ha consentito il sostanziale recupero dei livelli di fatturato raggiunti nel 2007, anno dei massimi pre-crisi, anche se emergono segnali di rallentamento per la parte finale del 2011.

 

 

 

· Il consistente aumento del fatturato non trova però adeguato riscontro nell’andamento del valore della produzione, la cui crescita dovrebbe restare contenuta, a fine anno, nel +5,2% anno su anno (rispetto al +6,6% per il comparto manifatturiero). Un divario così ampio può essere spiegato, oltre che dallo smobilizzo delle scorte accumulate negli anni passati, anche dalla pratica della “riesportazione”, confermata dalle elevate crescite registrate, fino allo scorso settembre, negli scambi con l’estero sia in entrata sia in uscita. Le esportazioni del settore, in particolare, aumentano, a fine 2011, del +17% anno su anno, a fronte di un incremento del 10,6% per l’industria di riferimento.

 

 

 

· A fine 2012, complice la prevedibile fase di recessione, il valore della produzione dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli stimati per il 2011, sia per il settore (+0,4%), sia per il manifatturiero (+0,7%); più consistenti, ma comunque in sensibile rallentamento, i ritmi di crescita previsti per l’export (rispettivamente, +3,5% e +2,6% anno su anno).

 

 

 

 

 

Siena, 19 Dicembre 2011 – Il settore della concia, pelletteria e calzature torna a crescere grazie all’export. Secondo lo studio dell’area research di Banca Monte dei Paschi di Siena il comparto, nei primi nove mesi dell’anno, ha sistematicamente “sovraperformato” l’intera industria in termini di fatturato e nuovi ordinativi: a settembre 2011 le dinamiche tendenziali, benché in rallentamento rispetto ai mesi precedenti, risultano pari, rispettivamente, al +7,5% (+1,9% per l’industria) e al +3,8% (-3,6%). Nettamente superiori anche i ritmi di crescita accumulati nei primi nove mesi dell’anno: +13,7% per il fatturato (rispetto al +7,6% dell’industria) e +17,4% per gli ordini (a fronte di +9,1%); questi ultimi, in particolare, mostrano una maggiore vivacità per la componente estera.

 

L’analisi di lungo periodo del fatturato supporta l’indicazione che il settore, diversamente da quanto accaduto per l’intera industria nazionale, abbia ormai recuperato i massimi pre-crisi raggiunti tra il 2007 e il 2008. Anche considerando il semplice indice grezzo Istat, risulta che il livello medio nei primi nove mesi del 2011 ha superato quota 131, oltre 13 punti in più rispetto all’analogo periodo del 2007. Emergono peraltro segnali di decelerazione per la parte finale di quest’anno.

 

I dati complessivamente positivi per il fatturato del comparto non trovano tuttavia adeguato riscontro nella produzione. Dalla metà di quest’anno, l’aumento delle quantità prodotte risulta in progressivo calo al punto che, nella media dei primi dieci mesi del 2011, il ritmo di crescita tendenziale si è ridotto al +0,1%. Tenendo conto dell’effetto aggiuntivo dei prezzi, alla fine dell’anno in corso si prevede che l’aumento del valore della produzione resterà contenuto nel +5,2% anno su anno, a fronte del +6,6% atteso per il comparto manifatturiero.

 

Il significativo divario che esiste tra andamento di fatturato e produzione in valore può essere spiegato, oltre che con lo smobilizzo delle scorte di magazzino accumulate negli anni passati, anche con il fenomeno della “riesportazione”: la domanda viene fronteggiata importando merci semifinite da destinare alla vendita dopo una minima lavorazione effettuata “in loco”. Supportano questa tesi le parallele, significative dinamiche tendenziali registrate fino allo scorso settembre per l’ import e l’export del settore (+14,4% e +17,3%).

 

Le previsioni per il 2012 scontano le ormai diffuse aspettative di recessione per l’economia italiana: la produzione in valore dovrebbe risultare pressoché stazionaria, sia per il settore (+0,4%), sia per l’intero manifatturiero (+0,7%).

 

Data la stagnante domanda interna, sono le esportazioni a fornire il principale supporto al giro d’affari: per la fine dell’anno in corso se ne prevede un aumento ancora significativo, più accentuato per il settore (+17% anno su anno) che non per il manifatturiero nel suo complesso (+10,6%). In parallelo con il deterioramento del quadro economico, il ritmo di crescita su base annua dovrebbe diminuire significativamente nel 2012, portandosi al +3,5% per il settore e al +2,6% per il manifatturiero.

 

Le differenti intensità di crescita stimate per gli aggregati in valore di produzione ed esportazioni dovrebbero risolversi in un aumento della propensione all’export che, alla fine del biennio di previsione, supererà il 54% per il settore a fronte di un livello di poco inferiore al 40% per l’intero comparto manifatturiero.