Le criptovalute saranno regolamentate?

Le criptovalute e soprattutto il Bitcoin hanno vissuto un vero e proprio boom durante lo scorso anno. Se prima le monete digitali erano quasi sconosciute – ad esclusione della community di utenti che le utilizzavano fin dagli albori – a partire da gennaio 2017 il Bitcoin ha iniziato a realizzare delle performance strepitose che lo hanno fatto arrivare sulle prime pagine dei giornali in tutto il mondo. 

Parallelamente al Bitcoin come forma di investimento, è diventata sempre più conosciuta la tecnologia derivante, cioè la Blockchain, e anche le vere ragioni che hanno portato alla creazione di questa valuta digitale. All’inizio di questo processo rivoluzionario, infatti, i Bitcoin erano utilizzati soprattutto da chi cercava l’anonimato nelle transazioni (le operazioni bancarie normali, infatti, sono tutte tracciate) ma anche l’indipendenza dalle norme dettate dalle banche centrali, come la BCE in Europa o la FED negli Stati Uniti. Chi ha avuto il coraggio di credere nel progetto dal 2009 probabilmente è milionario oggi.

La crescita inarrestabile delle criptovalute

Il 2017 sarà ricordato come l’anno del Bitcoin. La criptovaluta è infatti passata da un valore approssimativo di 1.000 dollari fino ad una quotazione di quasi a 20.000 dollari alla fine di dicembre: un rendimento altissimo in tempi brevi che ha attirato tantissime persone, diventate investitori solo per ottenere un guadagno facile e spesso senza la necessaria preparazione. Inevitabile che il fenomeno Bitcoin abbia presto acquisito tutte le caratteristiche di una bolla speculativa, scoppiata poco dopo. A gennaio 2018, infatti, il Bitcoin ha vissuto un crollo delle quotazioni da cui si sta difficilmente riprendendo. I trader più esperti, invece di rimanere abbagliati dai guadagni stellari, hanno fin da subito visto nelle criptovalute una interessante forma di diversificazione dei propri investimenti. Inoltre, dopo il Bitcoin si sono affermati anche i prezzi di valute come Ethereum (ETH), Ripple (XRP) o Litecoin (LTC): oggi le criptovalute sono migliaia e infatti si è incominciato a parlare di “coda lunga” in riferimento alle centinaia di miliardi in potenziale valore realizzate dalla somma delle valute minori.

Le criticità

Dal momento che le valute digitali hanno incominciato a diffondersi come forma di investimento alla portata di molti, sono emerse in modo maggiore le criticità che fin dagli albori le caratterizzavano. In particolare, le criptovalute hanno mostrato un valore altamente variabile, con fluttuazioni molto importanti durante la giornata e spesso imprevedibili. Se proprio la volatilità consente di realizzare guadagni elevatissimi in poco tempo, è anche possibile perdere il proprio capitale con altrettanta facilità. Inoltre, tale fluttuazione non consente di utilizzare le criptovalute per gli scambi, perché per questo scopo è necessaria una certa immutabilità. 

I governi vogliono una regolamentazione

Le autorità nazionali in molti paesi hanno iniziato a discutere delle leggi per regolamentare le criptovalute. Non è ancora stato chiarito come possano essere stabilite delle regole in un mercato che nasce per definizione decentralizzato, cioè al di fuori di un controllo centrale. Attualmente le proposte di regolamentazione si concentrano soprattutto sulle offerte iniziali legali di moneta (ICO), che spesso si sono rivelate essere delle frodi, oppure gli Exchange, ovvero le piattaforme di scambio delle valute. 

In un settore sempre in evoluzione come quello delle criptovalute, non sappiamo cosa verrà fatto nei prossimi mesi o anni. Tra i paesi che hanno manifestato l’intenzione di imporre delle regole ci sono la Russia, la Corea del Sud, gli Stati Uniti e la Cina. Insomma, nazioni importanti che potrebbero rendere la vita davvero difficile alle criptovalute. Staremo a vedere.