La collina dei ciliegi di Ruggero Bertelli. Intervista con l’autore 

Un libro da avere sempre accanto

Abbiamo il piacere di dedicare questa intervista riservata ai libri consigliati ad un ospite illustre, Ruggero Bertelli, Professore Associato di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università degli Studi di Siena, docente di Gestione della Banca, Gestione dei rischi di credito e Gestione dei Rischi Finanziari.

Nella sua recente pubblicazione “La collina dei ciliegi” sono molti i contenuti utili ed efficaci a mitigare l’effetto incertezza e paura, e a generare capacità di analisi per assumere un atteggiamento mentale equilibrato nell’affrontare quanto accade, con forza e consapevolezza.

Sempre, ma ancora di più in momenti complessi come quelli che stiamo vivendo, la finanza comportamentale è un supporto valido per descrivere gli eventi che stiamo attraversando e interpretarli correttamente.

Il libro, edito da Wall Street Italia, invita a liberarci delle nostre abitudini rassicuranti, impregnate di prudenza, e a correre sulla collina dei ciliegi per iniziare a vivere una vita luminosa e più fragrante, perché il denaro è il mezzo da destinare al raggiungimento dei nostri obiettivi di vita.

Nella lettura delle pagine il consulente finanziario assume il ruolo di figura di riferimento indispensabile, da saper scegliere, quale persona di fiducia nella relazione professionale e nella costruzione di valore, durante la nostra vita economica.

Entriamo nel dettaglio con l’Autore.

La collina dei ciliegi: un titolo particolare ed emblematico. Quale significato esprime per lei come autore e perché lo ha scelto?

La Collina dei ciliegi è la canzone di Mogol/Battisti che preferisco. Una canzone d’amore. Una splendida metafora: che parte dalla nostra difficoltà di alzare lo sguardo, puntare al nostro benessere, trattenuti dalla “prudenza più stagnante” confusa per “saggezza”, incapaci di “salir sulla collina a veder la mattina”; e arriva alla consapevolezza dei nostri limiti e al fatto che abbiamo bisogno di aiuto. La Finanza Comportamentale è proprio questo percorso, dai limiti cognitivi al modo di superarli, da Kahneman (uno psicologo, premio Nobel per l’economia del 2002) a Thaler (premio Nobel per l’economia del 2017). 

Quali sono i suggerimenti da dare ai nostri lettori per rapportarsi al mondo della finanza avendo consapevolezza dei propri limiti, cercando di trasformarli in utilità?

I soldi sono un mezzo, non un fine. Non dobbiamo farci confondere “dai mercati” che urlano prezzi, dai “prodotti” con nomi o tassi accattivanti, ma dobbiamo puntare con decisione alla definizione dei nostri obiettivi ed al loro raggiungimento. In questo modo investiamo bene; senza un obiettivo, investiamo male. “Perché risparmi?” – “Perché non si sa mai”, è spesso la risposta. Una risposta comprensibile, ma sbagliata. La domanda è più profonda e più utile. Ci costringe a “svegliare” quello che Kahneman chiama il nostro “sistema cognitivo 2”, quella parte razionale di noi che è pigra, svogliata, dorme e non vuole impegnarsi nella ricerca delle soluzioni, lasciando spazio al “sistema 1”, quello che salta alle conclusioni, ricerca la soluzione più facile, la trova … peccato sia quella sbagliata!

Viviamo un momento complesso in cui la parola emergenza ha preso il sopravvento, innescando insicurezza e incertezza diffuse. Quale spiegazione possiamo dare al comportamento generalizzato attuato durante questi mesi che ha visto aumentare la liquidità sui conti correnti in modo sistematico e amplificato rispetto a una reale esigenza di disponibilità immediata del denaro?

La risposta è nella prudenza più stagnante, confusa per saggezza. I soldi che ristagnano sui conti correnti, senza speranza, senza capacità di essere investiti. È paura, non è prudenza. Sono due concetti diversi, paura e prudenza. Quando abbiamo paura facciamo cose che pensiamo prudenti e invece corriamo il rischio di metterci nei guai. Si pensi alla corsa al supermercato per fare scorta di carta igienica all’annuncio del primo lockdown. È prudenza o è paura? Tanta carta igienica che non ci serve acquistata in gruppo, vicini vicini, senza protezione. Quello che è sui conti non è “risparmio”, rappresenta solo “soldi messi da parte” in modo confuso, senza obiettivo, senza un’etichetta.

Il libro affronta i temi della Pianificazione Finanziaria e della Consulenza Finanziaria. Come ha trattato questi argomenti? Siamo un Paese che nell’ambito OCSE è piuttosto indietro per quanto riguarda la cultura finanziaria e la capacità di pianificazione integrata degli obiettivi. 

Alla pianificazione finanziaria si giunge dopo un percorso di educazione e di consapevolezza. I nostri soldi meritano rispetto e cure, devono crescere e vogliamo proteggerli, perché ci conducano verso i nostri obiettivi di vita. Ma la pianificazione finanziaria è molto faticosa, richiede tempo, risorse, impegno e competenza. Ha bisogno di buona consulenza finanziaria. Che in Italia è poco diffusa. Perché – purtroppo – in certi periodi, ha prevalso un comportamento scorretto degli intermediari, delle banche, troppo teso al conseguimento dei propri profitti a danno dell’investitore. Nel libro lo racconto, soffrendo. Insegno tecnica bancaria dal 1988! 

Qual è oggi il ruolo del Consulente Finanziario nell’organizzazione del benessere economico delle famiglie? Cosa ha messo in luce la pandemia? 

La pandemia, anche in questo campo, ha accelerato fenomeni e tendenze già in atto. Come quello della digitalizzazione delle competenze e del lavoro a distanza. Ci siamo tutti resi conto che eravamo impreparati ad affrontare la finanza pandemica, confusi dalle nostre paure, tra volatilità estrema (prima negativa e poi positiva) e tassi di interesse negativi … anche sui titoli di Stato italiani! Che i rendimenti non fossero più nelle obbligazioni lo si diceva da tempo. Ma dove sono i rendimenti? Nei nostri comportamenti. Dobbiamo essere capaci di prendere “rendimento” in modo diverso dal passato, in luoghi e modi ai quali non eravamo abituati. Il ruolo del consulente finanziario diventa più chiaro: un “architetto delle scelte” (cito Thaler, naturalmente) che ci spinge, gentilmente ma con fermezza, nella corretta direzione.

Concludiamo con qualche consiglio utile da dare e buone abitudini da adottare, oltre naturalmente alla lettura del libro che proponiamo ai nostri lettori.

Un consiglio utile – soprattutto in questo periodo difficile – è quello di cercare di essere “simmetrici” nelle valutazioni di minacce ed opportunità. Non lo siamo per natura, se non ci sforziamo. La “dominanza della negatività” la chiama Kahneman. Nel nostro percepito, le brutte notizie, le minacce, i contro contano il doppio delle buone nuove, delle opportunità, dei pro. E questo – attenzione – condiziona le nostre scelte. Si traduce in comportamenti sbagliati, la stagnante prudenza confusa per saggezza, come dicevamo.

Non è vero che le brutte notizie superano le buone. Le brutte notizie rimbalzano più volte delle buone, ma sono sempre le stesse.

Allora alziamo un simmetrico sguardo (io lo chiamo coraggio) … e prepariamoci ad un luminoso 2021!

Dunque, buona lettura a tutti! Corriamo con coraggio a veder la mattina.

Maria Luisa Visione