I decreti continuano ma i posti di lavoro si perdono

La politica di Draghi negli ultimi quattro anni e gli effetti sull’economia reale

Emergenza, significato: situazione particolarmente critica, difficile. In caso di emergenza, considerato quindi nel vivere comune evento straordinario, occorre adottare le seguenti misure…Ma, ad oggi, a distanza di un anno né l’emergenza sanitaria, né tanto meno quella economica, purtroppo, si sono ancora trasformate in un ricordo.

L’ultima misura in arrivo, targata Governo Draghi, è il DL Sostegno al posto del DL Ristori, preceduto prima ancora dai decreti Agosto, Rilancio, Liquidità, Cura Italia. Insomma, a leggere tutti questi nomi sembra proprio che l’azione di aiuti di Stato per fronteggiare la pandemia sia stata senza sosta. In cifre 108 miliardi di euro. Anche se, in diversi, pare proprio che quei soldi non l’abbiamo mai visti.

Purtroppo i numeri economici disponibili finora non sono per niente confortanti.  Due per tutti: l’indice del fatturato delle imprese dei servizi ha registrato una flessione del 12,1% e sono 470.000 i posti di lavoro in meno. All’interno di questi numeri, come sempre accade nei dati di media, c’è chi ha avuto meno del 50% di fatturato, chi ha chiuso l’attività e c’è chi un posto di lavoro l’ha trovato, o svolge un’occupazione non impattata direttamente. Ma c’è, e ci sarà sempre, chi ha pagato e continua a pagare costi più alti di altri. 

Il premier del nostro Paese ora è un tecnico; poche parole, ma fatti nella sua storia professionale. Trovato l’equilibrio politico per agire, sul quale ognuno di noi trae le sue personali conclusioni e osservazioni, il resto è solo efficienza sui numeri. Aspettarsi qualcosa di diverso non solo è ingenuo ma è incoerente con i fatti storici che tutti possiamo osservare (al netto di opinioni personali).

Quindi, la strada che si apre davanti a noi è chiara. La ragione per la quale c’è stato il cambio di Governo si chiama Recovery Plan e i tempi sono stretti, perché il 30 aprile è la data di scadenza per la presentazione di un Piano che passi il primo gradino di valutazione della Commissione Europea, in modo da proseguire il cammino verso l’approvazione del Consiglio Europeo, che ha quattro settimane per dire la sua. A conti fatti, entro il 31 dicembre 2021 lo Stato richiedente potrebbe ricevere un prefinanziamento del 13%. Ma attenzione, si è poi soggetti a verifica per continuare a ricevere le tranche.

Soldi di cui c’è bisogno e sui quali i fautori dell’efficienza e del no assistenzialismo alle imprese hanno già messo la bandiera.

Ma il primo passo di sistema il nuovo governo lo fa con l’emissione del BTP Green. È ormai noto a tutti che i Titoli di Stato Italiani vengono collocati sul mercato da mesi senza nessun problema, anzi a volte con una maggiore richiesta rispetto all’offerta. Il BTP Green si presenta con l’obiettivo dichiarato di finanziare la transizione ecologica e realizzare le finalità ambientali indicate dalla Tassonomia europea delle attività sostenibili. Che non sono altro che uno dei punti imprescindibili sul quale stilare il Recovery Plan.

E mentre in Italia si discute sui rinnovi delle misure precedenti, arriva il primo colpo da vero tecnico nella direzione che vuole l’Europa.

Personalmente il pensiero comune dominante non mi convince e non sono d’accordo con la solita politica liberista che deve rimanere chi è più forte e che i soldi vanno dati solo sulla base dei bilanci. 

Credo anche, però, che prevarrà la solita ottica “egoista” dell’aver più diritto a prenderli di altri.

A un anno di distanza non c’è un post Covid migliore, per me siamo alle solite. 

Siamo sicuri che tra un anno recupereremo i 470.000 posti di lavoro persi?

Maria Luisa Visione