Emanuele Montomoli: “VisMederi verso le biotecnologie”

vismenderi-founder

La teoria dei piccoli passi vince, ancora una volta. La capacità di volare alto tenendo i piedi ben saldi a terra ha premiato VisMederi, azienda che parla senese e che ha chiuso il 2014 con un bilancio in salute e un fatturato pari a 1,6 milioni di euro.
Professor Emanuele Montomoli, direttore scientifico dell’azienda, un consolidamento forte raggiunto in sei anni: quali i passi principali che hanno fatto raggiungere questo obiettivo?
“Non si deve essere presuntuosi e si deve lavorare seriamente. Da questi presupposti è nata l’azienda nel 2009, quando con Chiara Gentile e Simona Piccirella abbiamo deciso di mettere insieme conoscenze e capacità nel settore dei vaccini con una start up incubata da Toscana Life Sciences. Abbiamo sempre perseguito con tenacia il piano di consolidamento nel settore, incrementando l’ampiezza dei servizi offerti e il portafoglio clienti in tutto il mondo, e abbiamo avviato poi nuovi progetti nel settore diagnostico e dell’analisi microbiologica degli alimenti, gettando le basi per una proficua diversificazione delle attività. Costi competitivi e ricerca della qualità, premiati soprattutto da grandi clienti giapponesi. Un anno di investimenti, per diversificare il business e oggi, con la crescita, riusciamo a far lavorare una trentina di persone”.

sl4

Dai vaccini alle procedure di controllo alimentare, ambientale e agricolo. Le prospettive?
“Consolidare il settore farmaceutico e dei vaccini e l’altro filone, quello legato agli alimenti. Veniamo da una condizione già favorita che ci rende credibili a livello internazionale, soprattutto per i vaccini: in Europa esistono competitors solo a Londra e Amsterdam. Più difficile il settore degli alimenti perché la concorrenza è forte, anche in Toscana. Le prossime sfide: rafforzare il core business aziendale nei mercati di riferimento ed espandere le collaborazioni in nuovi Paesi. Il 2015 sarà l’anno di lancio dell’area diagnostica, con l’obiettivo di incrementare nuovi metodi per lo sviluppo di molecole o sistemi a scopo diagnostico, e il primo anno di attività vera e propria della neonata VisMederi Research, la controllata fondata allo scopo di potenziare il fronte della ricerca, da sempre alla base dell’attività aziendale. A completamento del quadro, guardiamo con fiducia al settore legato alle biotecnologie per la salute umana”.
Un investimento valido per il futuro?
“Il settore biologico e biotecnologico può essere di grande futuribilità, a Siena questo è un settore molto forte storicamente, da Achille Sclavo in poi, in particolare l’area dei vaccini. Certo, si deve avere lungimiranza nei progetti, altrimenti… le ultime vicende senesi parlano chiaro”.
L’Europa investe su questo settore?
“Decisamente. Ma i soldi vanno saputi intercettare proponendo progetti validi e concreti. Con il lavoro svolto nel nostro territorio, abbiamo la possibilità di portare a Siena dei soldi con la professoressa Medaglini e con il supporto della Sclavo Vaccine Association siamo riusciti a portare 12 milioni di euro con un progetto, che sono una boccata di ossigeno per tutti, non per Vismederi perché per i prossimi cinque anni ci sarà lavoro per diverse persone. La concorrenza è forte ma presentare alla Comunità europea bei progetti può essere un grande sostegno per tutti”.
Quindi la politica dovrebbe stare più fuori da questi ambienti e mandare avanti chi sa lavorare, chi ha le giuste competenze. Per evitare, appunto, nuovi ‘casi Biotech’…
“Esatto. O meglio, la politica potrebbe anche entrarci, tante volte pensiamo che se avessimo un supporto concreto sarebbe meglio ma la politica dovrebbe mettersi la servizio di chi lavora e non influenzare scelte strategiche, ognuno deve fare il suo”.