Demografia in movimento: la fiducia nel futuro è davvero una cosa seria

Cosa è successo nel nostro Paese dal punto di vista demografico, a chiusura di un 2021 particolare e significativo per ognuno di noi?

A ridosso della valanga pandemia e dell’effetto lockdown le persone tornano numerose davanti all’altare per celebrare l’unione coniugale. Si registra, infatti, un incremento dell’85% dei matrimoni. 

Necessità di regolarizzare situazioni affettive e patrimoniali? È probabile che all’incertezza si decida di sostituire dei punti fermi e si torni a pensare al bene dell’altro, riposizionando i legami importanti su una scala di valore sociale e di tutela legale. Non si registra, invece, alcun salto in avanti sulla natalità: in media rimaniamo fermi al numero di 1,25 figli per donna; un numero che conferma l’ennesimo traguardo storico di livello minimo di natalità mai registrato nella Storia d’Italia. Non si fanno figli, il futuro è frastagliato e non si percepiscono quelle sicurezze che danno fiducia per generare scelte di pianificazione familiare. La scelta di avere un figlio si posiziona sempre più in avanti nel ciclo di vita economico, che è di per sé ritardato per l’ingresso nel mondo del lavoro e nella costruzione della propria indipendenza economica. Pensate che dobbiamo tornare indietro fino al 2006 per trovare equilibrio tra nascite e decessi, perché nel 2021, ancora una volta, il saldo naturale è negativo (-309.000). Non aiuta verso questa costante diminuzione della popolazione complessiva la mortalità del 2021, seppur in riduzione rispetto al 2020; il risultato finale al 1° gennaio 2022 è quello di 58 milioni 983 mila abitanti.

Quindi, confermata la tendenza ad essere sempre meno e sempre più vecchi. 

Quanto viviamo in media? Senza distinzione di genere, la speranza di vita alla nascita in media è di 82,4 anni. Immaginiamo di averli oggi e di ripercorrere il cammino della vita all’indietro. È un tempo davvero importante e lungo di scelte personali ed economiche che hanno generato la qualità della vita durante tutto il percorso. Per le donne è addirittura superiore: 84,7 anni contro gli 80,1 anni di speranza di vita per gli uomini. Rispetto al 2020, anno in cui si era registrata una diminuzione, nel 2021 si osserva un recupero, quantificabile in 4 mesi per gli uomini e circa 3 per le donne. Tendenza all’aumento negli anni da vivere che riprende la strada? È ancora da vedere. Tuttavia, il rapporto tra gli over 65 e gli under 14 è di 182,6 anziani ogni 100 giovani.

Nel frattempo, nonostante le ricadute per la sopravvivenza sui più fragili e vulnerabili degli ultimi due anni, si continua a vivere più a lungo. L’età media passa, tra l’inizio del 2021 e l’inizio del 2022, da 45,9 a 46,2 anni. 

Infine, risale il saldo migratorio con l’estero e torna i livelli del 2019 (Fonte dati rappresentai Istat).

Viste queste tendenze proviamo a fare un salto demografico di 30 anni. Secondo le proiezioni di populationpyramid.net saremo 53 milioni 678.214.

Tanti sono gli interrogativi che si aprono e diversi gli aspetti di riflessione sul tema demografico. Una questione urgente che rimane sul tavolo e che apre la necessità di salvaguardare la capacità del nostro Paese di investire nelle nuove generazioni, con uno sguardo fiducioso al lungo termine che dovrebbe superare il tema delle condizioni economiche delle famiglie con figli, nell’ottica della sostenibilità del nostro stesso sistema economico e sociale.

Anche pianificare una famiglia trova radici profonde nel sistema economico e sociale di riferimento. 

La fiducia nel futuro è davvero una cosa seria.

Maria Luisa Visione