Criptovalute: investimento o scommessa?

Il mondo delle criptovalute precipita e mostra tutta la sua alta volatilità. 

Dal 2017, quando il Bitcoin in 5 mesi si portò a un guadagno del 740% attirando l’interesse anche di coloro che restavano al di fuori della finestra dei mercati finanziari e delle potenzialità di rendimento, tutta la sfera delle valute digitali fa i conti con ribassi repentini e significativi.

I numeri mostrano in maniera inequivocabile l’ampiezza del rischio legato all’oscillazione del prezzo delle valute digitali, rischio con cui la realtà si scontra con la percezione. 

Da novembre alla chiusura di venerdì scorso il Bitcoin si dimezza. Non va meglio per le altre criptovalute con l’azzeramento del valore di Terra, una delle più capitalizzate, che perde il 99%, o con Ripple, Cardano e Solana che superano il -30% in una settimana.

In momenti di rialzi e di euforia del mercato in molti si sono avvicinati al mondo virtuale e alle valute digitali. D’altra parte, la facilità di accesso e di investimento date dalla tecnologia e dalle continue sollecitazioni on line, invitavano a far parte dei “lauti guadagni” e a non perdere l’opportunità.

Ma al di là dell’”attrazione fatale” le turbolenze dei mercati sono difficili da sopportare, anche per gli investitori più propensi al rischio. Le valute digitali non sono esenti dalla correlazione con i listini azionari e con lo scenario economico, che è in peggioramento da qui alla fine dell’anno.

Investire in criptovalute è dunque rischioso, segue che non bisognerebbe investirci il denaro che ci occorre come riserva di valore, cioè i soldi da spendere in un momento successivo, il risparmio o la ricchezza che non consumiamo oggi per realizzare domani un progetto, un sogno, un benessere finanziario stabile dal quale dipende la nostra serenità. Inoltre, le valute digitali non hanno corso legale come le valute emesse dalle Banche Centrali. Questo significa che non hanno una regolamentazione a supporto. Sono rappresentazioni digitali di valore create e scambiate da soggetti privati sul web, che vengono accettate all’interno di una Blockchain, in un sistema crittografato e sicuro, ma senza regole per la preservazione del loro valore nel tempo. Non ci sono regole di tutela se si è soggetti, ad esempio, ad un attacco informatico o garanzie sui depositi delle criptovalute, se la chiave di accesso sparisce.

Invece, la moneta legale emessa da una Banca centrale ha valore per tutti perché è la legge che obbliga le persone ad accettarla in pagamento e diventa una riserva di valore (non solo un mezzo di pagamento) perché la Banca Centrale si impegna a preservare il suo valore nel tempo, consentendo di conservare (risparmiare) fiduciosamente una quota del reddito corrente per spenderlo in futuro.

Prima di decidere di investire bisogna aver chiaro il perché si investe. Se la finalità è speculativa, l’alta potenzialità di guadagno va considerata insieme alla speculare alta potenzialità di perdita, oltre che ad altre variabili appartenenti a un mondo in evoluzione, con dinamiche inaspettate e orizzonti temporali mutevoli, velocemente, in base agli scenari che cambiano sia l’impatto del rischio che del tempo di spesa e la sopportabilità soggettiva degli esiti, nell’immediato.

Soprattutto, occorre scegliere lo strumento finanziario in funzione dell’obiettivo e pianificare gli obiettivi importanti in sicurezza. Quindi, investendo in criptovalute con l’idea di realizzare un progetto che conta per noi equivale a una scommessa, non a una pianificazione coerente ed efficace, per la quale l’investimento si associa all’ottimizzazione efficiente delle risorse e alla selezione di strumenti adeguati.

I mercati finanziari insegnano che innamorarsi di una tendenza, di una moda, di un trend può regalare grandi emozioni, ma anche qualche scottatura di troppo.

Maria Luisa Visione