Confesercenti Siena – “Piccole imprese parafulmine, così spariscono posti di lavoro a centinaia”

Un mix di interventi penalizzanti sta colpendo in questa fase le piccole imprese commerciali, artigianali e turistiche. Sta passando il concetto che queste possano fare meglio di altre da ‘parafulmine’ per i guai dell’Italia, forse perché si tende ad attribuire un ruolo marginale a queste aziende e a chi ci lavora. Eppure queste imprese rappresentano oltre la metà degli occupati italiani nel settore privato, più di 25mila persone in provincia di Siena”. Così Graziano Becchetti, Presidente di Confesercenti Siena,denuncia lo stato di ‘accerchiamento’ della piccola media impresa, in contemporanea con quanto attuato oggi da Confesercenti su scala nazionale. Un coro di allarme che punta il dito su liberalizzazioni, interventi fiscali ed in parte anche sulla riforma del mercato del lavoro, su cui il Parlamento sarà presto chiamato a dibattere. “Le nostre imprese si trovano a soffrire un micidiale combinato di fattori: interventi di politica fiscale che penalizzano il reddito delle famiglie, l’incremento della disoccupazione e una conseguente riduzione dei consumi. Da almeno 4 anni il piccolo commercio al dettaglio accusa un calo medio del fatturato che in termini reali, considerando l’inflazione, non è inferiore al 14 per cento. Il risultato è una moria crescente di imprese e posti di lavoro: 150mila imprese e 450mila posti su scala nazionale, di cui non meno di mille in provincia di Siena”.

La prospettiva, se possibile, è ancora più fosca. Per il primo ottobre prossimo è annunciato il nuovo aumento dell’Iva, dopo quello dello scorso autunno: saranno 2 punti percentuali in più sull’aliquota ordinaria e su quella intermedia, con un altro mezzo punto ‘in programma’ a gennaio. Un disincentivo al consumo che varrà doppio nel settore turistico: è qui che da questa primavera si farà sentire anche l’imposta o tassa di soggiorno: al primo di aprile sarà già in vigore in 10 comuni senesi, capoluogo in testa, con le strutture ricettive tenute a sperimentare sulla propria pelle l’effetto-deterrente che questa misura potrà avere nei confronti dei turisti. Il ‘micidiale mix’ per le imprese del Terziario si compone di svariati altri tasselli, come evidenzia il documento reso noto oggi su scala nazionale da Confesercenti: per un’impresa da 50mila euro di fatturato l’aumento di contributi previdenziali, l’uscita dal regime dei minimi, Imu e la nuova tassa dei rifiuti peseranno da qui al 2013 per non meno di 4mila euro. Senza contare il dirompente potenziale della liberalizzazione sull’avvio di nuovi esercizi, che se non mitigato si dispiegherà dalla fine del 2012 in poi. “Questo stato di cose non può essere ignorato da nessuna forza rappresentativa, sia locale che nazionale, in un momento delicato come questo – conclude Becchetti – chiediamo più equità, un fisco meno vessatorio, regole più chiare e semplici”.