Confcommercio: “Si anticipi l’apertura di tutti i negozi il 4 maggio e dei pubblici esercizi il 18”

“Ci siamo mobilitati scrivendo a livello provinciale e con il Prefetto perché accettino la nostra richiesta che arriva da tutta Confcommercio toscana per anticipare la riapertura di tutti i negozi al dettaglio al 4 maggio e di tutti i pubblici esercizi al 18 maggio. Un anticipo di sole due settimane rispetto a quanto previsto dal premier Giuseppe Conte, ma importante per gli imprenditori del settore, senza entrate ormai da due mesi e dunque in grande sofferenza. Non solo, il 4 maggio sarà giorno di mobilitazione generale”

Confcommercio Siena continua la sua azione a tutela delle aziende per rendere possibile una riapertura prima di quanto previsto. Del resto, secondo le previsioni dell’associazione di categoria, il 20% delle aziende potrebbe non riaprire mai più.

“Dunque dobbiamo poter riaprire – fa notare Confcommercio Siena –. Insieme ad altre associazioni, a livello regionale, abbiamo avanzato la stessa richiesta al presidente Enrico Rossi perché se ne faccia portatore nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, se possibile insieme ai presidenti di altre Regioni (come Emilia Romagna, Veneto e Umbria). Tra l’altro non si capisce come possa nuocere alla salute pubblica la riapertura di piccoli negozi o di pubblici esercizi dove l’ingresso dei clienti sarebbe comunque contingentato”.

Intanto, per il 4 maggio è prevista un’azione plateale di protesta. “La necessità di una mobilitazione generale per quel giorno è fortemente sentita da tutti gli imprenditori toscani, ma anche da privati cittadini che in queste ore ci stanno manifestando la loro piena solidarietà”, sottolinea l’associazione. “Stiamo quindi studiando iniziative molto forti che prevedono il coinvolgimento dell’intera rete toscana del retail e della somministrazione. Sempre che, ovviamente, le nostre richieste in merito al nuovo calendario delle aperture non vengano accettate”.

“Insieme all’anticipo dell’apertura, la richiesta che facciamo al Governo è quella di dare contributi a fondo perduto per consentire di mettere in regola le nostre attività secondo quanto prevedono i protocolli anti contagio – è la precisazione di Confcommercio -. Noi dobbiamo garantire la sicurezza ai nostri clienti e ai nostri dipendenti, ma per farlo abbiamo bisogno di un contributo da parte del Governo. Le aziende sono chiuse da marzo, non hanno liquidità e non hanno la possibilità di sostenere spese straordinarie. I Comuni hanno già fatto la loro parte, concedendoci abolizione tasse e sgravi, ora tocca al Governo intervenire sostenendoci per poter lavorare in sicurezza”.

“In questi due mesi di lockdown gli imprenditori hanno dimostrato serietà e grande senso di responsabilità, rispettando le regole in essere per il contenimento del contagio – fa notare Confcommercio –. E gli stessi
imprenditori sono pronti a dare il contributo attivo nella gestione dell’emergenza sanitaria, anche nella ripresa delle attività, che sarà ovviamente improntata alla massima sicurezza e alla tutela della salute propria, dei propri collaboratori e dei clienti. Le imprese del terziario hanno una valenza sociale che non possiamo non riconoscere, un ruolo nella promozione e diffusione, tra tutti i cittadini, di comportamenti responsabili e rispettosi delle regole che ci consentiranno di convivere con la pandemia in atto senza però rinunciare ad una qualità di vita accettabile”.