ChiantiBanca e Cna guardano al futuro delle imprese

Bini Smaghi sul futuro delle imprese senesi: «Vicinanza al territorio non deve invece comportare ‘contiguità’ che, come si è visto in alcuni casi, può spingere a comportamenti inappropriati».

Cna Siena e ChiantiBanca a confronto sul tema della ripresa economica in Toscana. Alla tavola rotonda di ieri nella sala auditorium della Cia hanno partecipato il presidente di ChiantiBanca Lorenzo Bini Smaghi, Sergio Silvestrini, segretario nazionale della Cna e Fabio Petri di Cna Siena. L’incontro è stato moderato da Federica De Sanctis di Sky Tg 24.

Chiare le parole di Bini Smaghi, alla sua prima presenza a Siena dopo la nomina: «Territorio – afferma il presidente – è una parola cardine: bisogna conoscerlo, saperne monitorare ed ascoltare meglio degli altri le esigenze, fornendo in tempo reale risposte concrete, con servizi e prodotti specifici che si distinguono da quelli inevitabilmente più “generici” offerti dalle banche non territoriali. Significa anche riuscire a dare credito a chi lo merita, coniugando maggiore flessibilità e, al tempo stesso, maggiore “prevenzione” del rischio». «Vicinanza al territorio – ammonisce in conclusione il presidente di ChiantiBanca – non deve invece comportare ‘contiguità’ che, come si è visto in alcuni casi, può spingere a comportamenti inappropriati. Che creano un danno alla banca, ai suoi clienti, al territorio».

Decise le parole del presidente Cna Siena Fabio Petri: «E’ necessario un cambio di passo e di metodo che riavvicini il sistema del credito alle imprese», ha esordito il presidente dell’associazione senese, che ha anche la delega per Cna nazionale al credito. «La fase di caduta libera della crisi è terminata, ma senza adeguati strumenti finanziari la ripresa sarà lenta e complicata», prosegue il massimo dirigente delle imprese senesi, che è stato perentorio anche nei confronti delle istituzioni: «La Regione Toscana deve intervenire per rafforzare l’azione dei consorzi fidi toscani nei confronti delle micro e piccole imprese. E’ necessario un rilancio della Fises, anche per il quadro normativo che prevede l’uscita dei soci dalle società partecipate. Valutiamo anche l’eventuale ingresso nel capitale sociale di banche locali, pronte a sostenere le imprese che investono nel territorio. Abbiamo rivisto il rapporto con il sistema bancario, non più basato solo su convenzioni e plafond dedicato, ma inserendo come partner strategico in tutti i nostri rapporti il Confidi Act nella gestione e nella valutazione del merito creditizio. Così facendo si riducono le distanze tra la concessione del credito e l’impresa, inoltre affianchiamo le aziende in banca con consulenti per far sì che le valutazioni del merito creditizio siano fatte sui progetti aziendali e non solo sul rischio come invece sta avvenendo da tempo. La Cna quindi stimolerà e collaborerà con tutto il sistema bancario del nostro territorio, ma avrà però maggiori attenzioni per quelle banche che hanno progetti di crescita ed attenzione al mondo delle micro e piccole imprese».

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Il segretario generale della Cna nazionale Sergio Silvestrini ha aggiunto: «La stretta creditizia continua a soffocare le imprese e, in particolar modo, le piccole. Tra dicembre 2011 e febbraio 2016 lo stock complessivo del credito erogato alle attività produttive si è ridotto dell’11%, un calo che diventa un crollo (- 20%) per le imprese artigiane. La situazione non è cambiata nemmeno dopo gli interventi della Bce. Questa situazione rende praticamente impossibili alle piccole imprese investimenti e innovazione, imposti dalla competizione globale per crescere», ha affermato Silvestrini, che poi è passato alla fase propositiva: «Riqualifichiamo il rapporto banche-imprese, con soluzioni alternative di finanziamento. E’ il caso della cosiddetta finanza di prossimità, del crowdfunding, ad esempio. La burocrazia rimane un ostacolo, nonostante gli interventi per semplificare i rapporti tra imprese e Pubblica amministrazione. La pressione fiscale è sempre intollerabile, oltre 19 punti in più della media europea, anche se nell’ultimo anno si è registrata una riduzione».