Cessione del quinto dello stipendio: a chi si rivolge questa offerta

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I prestiti con cessione del quinto sono proposti dalle banche ai dipendenti, pubblici e privati, e ai pensionati. Per quanto riguarda i dipendenti privati, l’azienda per cui lavorano deve avere almeno 16 dipendenti e la banca può effettuare dei controlli per quanto riguarda la situazione finanziaria della stessa. Grazie alla possibilità di cedere alla banca creditrice fino al 20% del proprio stipendio netto mensile, si ottengono tassi di interesse particolarmente bassi per un prestito che può essere restituito in un massimo di 120 rate mensili.

Chi può richiedere la cessione del quinto

Per richiedere la cessione del quinto è necessario avere uno stipendio o una pensione. Questo tipo di prestito può essere richiesto anche da chi ha in atto altre tipologie di finanziamento, come ad esempio un mutuo ipotecario o un prestito personale. Lo possono richiedere anche coloro che hanno avuto qualche disguido con la restituzione delle rate o il pagamento di tasse e utenze. Le banche infatti considerano questo tipo di prestito a basso rischio, in quanto è il datore di lavoro a detrarre l’ammontare della rata dallo stipendio, consegnandolo subito all’istituto di credito, senza che passi nelle mani del debitore. Se sei interessato verifica se puoi usufruire della cessione del quinto dello stipendio direttamente online. Per effettuare questa verifica è sufficiente compilare un modulo, indicando l’importo richiesto, l’ammontare del tuo stipendio netto mensile e il tipo di contratto.

Pensionati e lavoratori a tempo determinato

Un lavoratore, pubblico o privato, che ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato può richiedere un prestito con cessione del quinto con periodo di ammortamento fino a 10 anni. Chi invece ha un lavoro a tempo determinato può ottenere un numero di rate massimo pari al numero di mesi che mancano allo scadere del contratto. L’avere un lavoro e il percepire uno stipendio è infatti un prerequisito necessario per ottenere questo tipo di prestito. Per quanto riguarda i pensionati c’è anche un tetto sull’età: possono richiedere il prestito solo i pensionati con età inferiore agli 81 anni.

Cosa accade in caso di licenziamento

Nel caso in cui il debitore sia licenziato, la banca creditrice si può rivalere sul suo TFR o TFS, fino alla completa estinzione del prestito. Solitamente in fase di richiesta del prestito la banca verifica anche l’ammontare del TFR maturato fino a quel giorno. I pensionati invece sono tenuti a pagare un’assicurazione, perché avvenga l’estinzione del debito in caso di morte. Oppure saranno gli eredi a dover saldare le rimanenti rate.

Quanto si può chiedere

Le banche stabiliscono un tetto massimo agli importi richiedibili con la cessione del quinto. Solitamente si tratta di cifre superiori ai 50.000 euro, fino ad un massimo di 75.000 euro. Si tratta però di un tetto simbolico, visto che per legge il periodo di ammortamento non può essere superiore ai 10 anni, ossia alle 120 rate. Per questo motivo il calcolo del tetto massimo teorico si ottiene considerando l’ammontare dello stipendio netto mensile medio annuale, diviso per 5 e moltiplicato per 120 rate, calcolo cui si devono sommare anche gli interessi.