Casa mia, casa mia… primato per Siena

“Casa mia, casa mia, pur piccina che tu sia, tu mi sembri una badia. Tutta nitida e ridente, tutta chiara e risplendente, non ti manca proprio niente…”. La filastrocca raccontata dal 1948 ai nostri giorni continua a rimanere una verità immutata nel Bel Paese. Noi italiani, infatti, primeggiamo come proprietari di casa: 4 su 5 rispetto alla media europea del 70%, e, spiazziamo Paesi come la Germania dove la percentuale è solo del 52%, superando alla grande anche Gran Bretagna (64,6%) e Francia (64,3%).

La fotografia (dati 2015-2016) del centro di ricerca REF, per il Rapporto Coop 2017, documenta, per Siena, un primato poco noto, ma senza rivali consegnandole, in una geografia territoriale variopinta dal Nord al Sud, il gradino più alto sul podio come provincia per patrimonio immobiliare pro-capite (104 mila euro). 

Un amore senza eguali il nostro per la casa di proprietà, che nella gerarchia dei valori non subisce il fascino del tempo, anzi è contagioso per gli stranieri. Secondo i dati dellOutlook 2018 Investment Briefing sull’Italia, organizzato da PropertyEU, gli stranieri continueranno a guardare con interesse il mercato immobiliare italiano anche nel 2018. Proprio loro hanno quasi raddoppiato, in media, gli investimenti nel mercato immobiliare domestico negli ultimi dieci anni e non temono, guarda caso, nessuna crisi di instabilità, né politica, né economica. 

Nello stesso Rapporto Coop 2017 si prevede che le compravendite immobiliari passeranno da 390 mila del 2013 a quasi 600 mila nel 2019. Vivacità del settore confermata anche dai dati dell’Agenzia delle entrate che rispecchiano un’espansione delle compravendite immobiliari nei primi mesi del 2017, vicina al 9%. I bassi tassi di interesse degli ultimi anni hanno facilitato l’acquisto di immobili, grazie all’accessibilità dei mutui che ha reso la casa alla portata di tutti. Interessante, poi, il dato dell’elaborazione REF sugli anni di stipendio, in discesa, necessari per acquistare un’abitazione di 80 metri quadri. Il calo maggiore di anni registrati si è avuto a Firenze, passando da 8,6 annualità del 2006 a 5,5. In città come Napoli, invece, se prima servivano 6 annualità ora ne bastano 4; a Torino da 5 si è passati a 3,7; a Genova da 4,6 a 3,5; a Bologna da 7,3 a 4,7 annualità.

Nonostante questo, però, i Millennials non vedono il mattone come un bene, ma come un servizio, complici un mondo di condizioni lavorative precarie e la preferenza dei giovani per la centralità, l’accessibilità e la vivacità del quartiere dove si vive. Insomma per le nuove generazioni, vince l’uso al diritto di proprietà, che non sembra, come per quelle precedenti, così importante quanto l’opportunità e/o la necessità di avere casa dove lo richiede il tempo in cui si vive e si lavora.

Ma, anche se, da qui ai prossimi dieci anni, si potrebbe privilegiare la locazione per un terzo di chi oggi è acquirente, per adesso si vive nella stessa casa in media da 14 anni e ci permettiamo un immobile di proprietà più grande in superfice rispetto a quello in affitto.

Come dire che una vita senza casa a noi italiani non ci piace affatto e, non c’è niente di meglio, tornando da lei ogni sera che dirle: “Casa mia, casa mia, pur piccina che tu sia, tu sei sempre casa mia”.

Maria Luisa Visione