Bussagli: “Poggibonsi città aperta. Innovazione nel dna delle aziende”

Sindaco David Bussagli, Poggibonsi è nella classifica dei borghi toscani dove si vive meglio. Classifica del Sole 24Ore che si basa su servizi, qualità della vita, ambiente e altro. Quale il quadro attuale della città? Cosa manca per migliorare, che sia realizzabile, e cosa non dovrebbe più esserci e va sradicato?
Una classifica che gratifica e promuove tutta Poggibonsi e che quindi ha fatto piacere a tutti coloro che a questa città gli vogliono bene. Sono dell’idea che le classifiche, anche quelle fatte tenendo conto di molteplici parametri come in questo caso, vadano sempre ‘prese con le molle’ perché la fotografica che fanno è necessariamente sintetica, a maggior ragione per una città complessa come la nostra che ha una natura produttiva e che quindi è stata ed è profondamente esposta alla lunga fase di difficoltà nell’economia. Ce lo dimostrano anche indici indiretti come la flessione demografica che c’è stata negli anni, le graduatorie per il contributo affitti, la crescita della famiglie esentate dal pagamento dei servizi scolastici. Tuttavia la nostra è una città che è cresciuta, è cambiata. C’è stato un lungo percorso di riqualificazione che ha interessato numerosi luoghi e spazi. Negli ultimi quattro anni sono stati completati 20milioni di euro di investimenti, più o meno, che sono hanno portato opere importanti come la ciclabile per Colle, la riconversione dell’ospedale, il parco urbano, la Fortezza. Opere che sono prima di tutto spazi pubblici, spazi della comunità e a cui la comunità è profondamente legata.
Qui inoltre c’è un buon livello di servizi, basti pensare alla scuola e alla sanità. Poggibonsi è una città dinamica e viva, grazie ad una fitta rete associativa ben presente sul territorio, grazie anche ad una serie di strutture presenti (teatro, cinema, biblioteca…) e a scelte operate nel tempo. Rammento l’operazione Politeama che è stato da subito un elemento di riqualificazione non solo culturale ma anche sociale e urbana con conseguenze su tutto il centro storico. Questo, a mio avviso, è frutto di lungimiranza e capacità progettuale ed ha a che vedere con una idea di città e di comunità. Per questo male tolleriamo lo scarso rispetto per gli spazi pubblici. Un aspetto a Poggibonsi marginale ma che va arginato e sradicato perché non corrisponde alla nostra natura e non ce lo meritiamo.
Il nostro obiettivo è migliorare su tutti i fronti compreso quello dei servizi che abbiamo il dovere di tutelare e di rendere sempre più vicini alle persone e più rispondenti alla società che cambia. Si migliora se si mantiene la capacità di leggere i cambiamenti, di governarli e di determinarli, forti del fatto che Poggibonsi è e resta una città aperta, inclusiva, solidale.

Un grande lavoro di valorizzazione di Poggio Imperiale: la città punta sulla cultura e sul turismo? Quali i mezzi reali messi in campo?
Poggio Imperiale è al centro di un forte investimento da qualche decennio. Ricordiamo gli scavi, il Cassero, i bastioni, il parco archeologico. Nei mesi più recenti due importanti obiettivi sono stati raggiunti, l’apertura della prima porzione di Archeodromo e l’apertura delle mura restaurate. Obiettivi da cui si parte sapendo che oggi questo immenso patrimonio ci permette – insieme a tante altre bellezze – di svolgere un ruolo importante anche in settori non tradizionalmente legati alla nostra storia economica. Il nostro Archeodromo – su cui vogliamo continuare ad investire – si sta accreditando come spazio per attività didattiche, culturali, di living history multiepoca e in questi pochi mesi ci ha dato un assaggio delle potenzialità presenti in termini anche di circuiti turistici di qualità. Dobbiamo riuscire ad attivare questi percorsi in collaborazione con gli operatori e inseriti in un contesto territoriale perché ci sono città a noi vicine che hanno un brand più forte, più conosciuto e maggiormente attrattivo. Ne è un esempio concreto la prossima partecipazione al “Fuori Expo” insieme ad altri 5 comuni (fra cui Volterra) con il progetto “Il giorno in più”, percorsi turistici ed enogastronomici tra la via Francigena e la via del Sale. Un territorio bello e vasto come il nostro si presenta all’Expo come una unica meta turistica. Accanto ad azioni più puntuali come una nuova cartellonistica e nuovi strumenti per consentire un facile accesso alle informazioni da parte del turista, questo dobbiamo fare: portare avanti una progettualità di area fondata su idee e ricerca contestuale di risorse e finanziamenti.

La piccola Brianza. Così veniva definita Poggibonsi da Montanelli. Cosa rimane oggi e cosa va assolutamente recuperato del polo manifatturiero della provincia?
Le inevitabili trasformazioni (d’altronde anche la Brianza è profondamente cambiata) che hanno caratterizzato la nostra storia economica rafforzano ancor più la natura di Poggibonsi che è e resta città di impresa e di industria. Oggi ci sono timidi segnali di ripresa che interessano settori forti come il camper e il manifatturiero, ma di certo mancano i fatturati ante 2008 e ci sono una crescente complessità socio-economica e nuovi assetti istituzionali con cui fare i conti. La necessità è quella di essere territorialmente competitivi a livello istituzionale, imprenditoriale, progettuale, propositivo, per avere un peso maggiore nei tavoli sovraordinati, per fare massa critica e recuperare un ruolo centrale. Questo territorio, se resta unito, ha le qualità, le competenze e il coraggio di costruire una nuova fase economica, un nuovo modello di sviluppo. Sebbene quando si parla di politiche industriali servono interventi che vanno oltre a quelli che un Comune può mettere in campo, il nostro ruolo lo dobbiamo svolgere pienamente. Serve semplificazione dei percorsi amministrativi, start up, contesti sempre più favorevoli alle imprese. Serve essere capaci di aggregare, di trovare percorsi nuovi in tutte le direzioni, forti delle nostre eccellenze e della nostra capacità di ‘saper fare’. Nella consapevolezza che non c’è crescita economica senza coesione sociale, senza servizi, senza qualità della vita e degli spazi sociali.

Tutti pazzi per il bike sharing, nel mondo. Ed anche a Siena sembra partire il progetto nonostante alcune difficoltà di gestione e manutenzione. Un imprenditore poggibonsese, in un dibattito pubblico, ha esortato le amministrazioni comunali a far tesoro del patrimonio esistente quindi non a cercare altrove ma a far progettare costruire biciclette – e non solo – sul territorio, incentivando anche il mercato del lavoro. Una strada percorribile? Con quali tempi?
Il territorio è sempre il primo punto di riferimento, fermo restando il contesto normativo in cui l’azione amministrativa deve svolgersi. D’altronde le imprese innovative e all’avanguardia sono nel Dna di questo territorio che ha sempre prodotto eccellenze. Il bike sharing che Siena sta portando avanti è una bella cosa su cui in passato Poggibonsi ha dovuto fare altre scelte dettate da motivi di bilancio e di risorse spendibili. Le strade però, è proprio il caso di dirlo, non sono mai precluse. Sulle ciclabili il nostro Comune è ben dotato avendoci investito tante risorse e fra l’altro due dei primi progetti che questa Amministrazione ha realizzato e presentato a bando riguardano proprio la mobilità ciclopedonale in via Sangallo e in viale Marconi. Anche in questo caso, si attendono gli esiti del bando, ma il percorso intendiamo portarlo avanti”.

Katiuscia Vaselli