Auguri economici sotto l’albero di Natale

Qualche giorno fa a Milano sul taxi in percorrenza per la sede di una presentazione domando al conducente: “Ma è vero che qui la qualità della vita è così elevata come raccontano le statistiche?”.
La notizia mi aveva colpito molto, soprattutto perché la mia città Siena, fino a qualche tempo fa all’apice della classifica, ha perso in questi anni molte posizioni e mi incuriosiva capire quanta distanza c’è tra i numeri pubblicati nelle ricerche e nei sondaggi e la percezione delle persone che vivono nel contesto di cui si parla.

Fabio, il tassista, ci racconta che è vero, si vive bene, ma anche a Milano sono cambiate molte cose in questi anni, tutto è più difficile a livello economico. Il termometro di questa riflessione si trova nel fatto che se hai un lavoro nella metropoli lombarda, non è come ieri che sei libero di andartene, ci pensi. In passato lasciavi il lavoro stamattina e nel pomeriggio eri di nuovo occupato: in fondo, anche questa è libertà.

Nel resto dell’Italia le cose sono certamente diverse e la difficoltà più grande è trovare un lavoro che corrisponda alla formazione, all’istruzione e anche ai desideri personali. Naturalmente se hai bisogno dovresti adattarti a tutto pur di portare a casa uno stipendio e, qui, il discorso si complica.
Così mi sono chiesta quale regalo sotto l’albero vorrei augurarvi.
A chi ha un figlio o un nipote in casa tra i 25 e i 34 anni auguro di smentire presto le ultime rilevazioni del Rapporto BES che li vede in sofferenza nel raggiungere l’indipendenza economica e di avere sempre a portata di mano le condizioni che aprono a un futuro a colori (2 milioni di giovani risultano in sofferenza).

Auguro ai ragazzi del secondo anno delle scuole superiori di avere voglia di studiare e di elevare le competenze, riappropriandosi dell’orgoglio di un popolo che vanta le menti più brillanti del mondo, per essere i migliori al 100% e non sufficienti al 69,6% in italiano e al 62,2% in matematica.
Auguro al mio Paese di non registrare solo un miglioramento nel totale degli indicatori del benessere e di agire per ridurre le differenze territoriali tra Nord, Centro e Mezzogiorno riguardo alle difficoltà nell’occupazione, alla conciliazione dei tempi di vita e alla soddisfazione economica.
Rivolgo una preghiera a più della metà di quelle donne che nel 2018 sono state uccise dal partner e a quegli uomini, spesso vittime di omicidi di sconosciuti, perché trovino pace e giustizia e siano emblema di una lotta alla criminalità che deve essere uno degli obiettivi fondamentali di qualsiasi agenda di un Paese civile.

Auguro a tutti di accogliere la longevità e di andare oltre immaginando una vita dopo la pensione felice, accompagnata dalla possibilità economica di far fronte a cure e imprevisti (speranza di vita nel 2018 di 80,9 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne).
Inoltre, anche se solo il 10,4% delle famiglie italiane nel 2018 ha avuto problemi a ricevere l’acqua nelle case e nelle strutture, auguro che a nessuno accada ancora in futuro.
Auguro a ognuno, ma proprio a ognuno di noi di non trovarsi mai nella condizione di essere deprivato. Che sia del lavoro, che sia della salute, che sia dell’esistenza o della libertà di scegliere.
Perché la vita sia la voglia di andare sempre avanti.

Ma ria Luisa Visione