Anche la pensione va in vacanza

Sarà l’aria di vacanza o il lavoro da riprendere, ma persino sotto l’ombrellone la sospirata pensione in ferie non ci va e da una spiaggia all’altra è l’argomento del giorno.
La questione più gettonata e discussa è proprio “quando tocca a me…” e riguarda soprattutto chi si sta avvicinando al momento tanto desiderato. In realtà due conti uno l’ha fatti da un po’ e, sentir parlare di quel 67 come ormai prossimo nuovo limite di accesso, non è che sposa proprio bene con l’età già calcolata.
Il pensiero è, dunque, trovare per tempo una buona soluzione. In fondo, anticipare di qualche anno (se si può) alle brutte significherà avere minori entrate; ma chi l’ha detto che non si possa vivere ugualmente bene?
In Italia il fenomeno che da alcuni anni ha cominciato a diffondersi è esportare la prestazione pensionistica all’estero. La legge italiana, infatti, consente al pensionato di decidere se vuole ricevere l’assegno pensionistico maturato (al lordo delle imposte) nel nuovo Paese in cui risulta residente. Questa è la scoperta: grazie ai trattati sulla doppia imposizione ai quali abbiamo aderito, l’Inps di regola paga la pensione al lordo del prelievo Irpef. Ciò permette di tassare la prestazione secondo le regole del luogo di residenza in cui si percepisce. Quindi, spostando la residenza fiscale in un luogo in cui la tassazione è più favorevole dell’Italia – e ce n’è da scegliere – le minori entrate si compensano alla grande con il minor prelievo fiscale. Se poi si sceglie un posto in cui il costo della vita è più basso, gli anni a venire magari diventano più lieti rispetto all’alternativa di toccare quota 67 o a quella di rinunciare a una buona qualità della vita.
Trasferire all’estero la residenza non è complicato, basta soggiornarci per più di 183 giorni l’anno e iscriversi al registro nazionale degli italiani residenti all’estero (AIRE). Presentate poi le dovute formalità all’Inps, richiesta e indicazione del conto corrente straniero di accredito, il gioco è fatto.


Ora si potrebbe pensare che sia solo un’idea degli italiani vivere in pensione all’estero. Invece, non è così. Ad esempio, per ragioni diverse, legate agli importi comunque esigui nonostante la tassazione favorevole, dal 2012 i tedeschi con basse pensioni cercano asilo negli ospizi dell’Europa dell’Est. Insomma, quando la coperta è corta, non l’allunghi di certo e se accade che un assegno mensile al di sotto di mille euro non è più sufficiente, valuti costo della vita, clima, risparmio fiscale e sistema sanitario. La tassazione in Bulgaria, Cipro e Spagna è appena del 5%. In Tunisia, a Malta e in Portogallo è comunque più favorevole. In Brasile o a Capo Verde si ha anche diritto alla stessa copertura sanitaria prevista per i paesi europei.
Insomma, che ci piaccia o no l’importo della nostra spesa per pensioni pagate all’estero è diventato visibile negli ultimi anni, e se la crisi, complice, può giustificare in parte il massiccio esodo italiano dei pensionati, rimane il fatto che dopo più di quaranta anni di lavoro, dovrebbe essere una scelta, non forzata dagli eventi, la decisione di dove vivere la nuova giovinezza.
Ad ogni modo, per chi deciderà di informarsi sulle tassazioni di Canarie, Malta e Tunisia, o di scoprire altre mete già in ascesa come Costa Rica e Thailandia, buona navigazione e buon viaggio.
Anche la pensione va in vacanza.

Maria Luisa Visione