Ance Siena: “Split payment, la proroga sarebbe un atto scellerato”

“Se veramente sarà confermata, la richiesta di proroga che il Governo avrebbe avanzato in Europa sarà l’ennesima prova che invece di voler aiutare le imprese si fa di tutto per farle chiudere soprattutto in questo momento”. Ad affermarlo Andrea Tanzini, presidente Ance Siena.

“Purtroppo i fatti restano oggettivamente fatti e non serviranno altri annunci ad imbonire l’animo degli imprenditori – spiega Tanzini -. Mantenere lo split payment è un fatto gravissimo e drena ulteriore liquidità alle imprese già allo stremo. Il Governo oltre a disattendere le annunciate azioni di rilancio con ‘bazooka’ finanziari ed economici, confermando lo split payment manifesta in tutta la sua drammaticità una disattenzione verso il settore edile e tutti coloro che hanno rapporti economici con la pubblica amministrazione. Se questo è lo spirito che anima il Governo negli Stati generali dell’economia allora non c’è da stare tranquilli”.

“Sono anni – afferma Tanzini – che ci battiamo per l’eliminazione di una norma ingiusta che drena 2,5 miliardi all’anno alle imprese con la scusa che si vuole combattere l’evasione: balle! Serve solo per fare cassa e subito a danno di tante imprese oneste”.  Infatti, con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica, che consente di controllare in modo capillare i versamenti, è venuta meno anche la motivazione originaria che aveva spinto 5 anni fa il legislatore ad adottare questa misura che peraltro a detta di Bruxelles doveva e poteva avere solo carattere temporaneo.

Inoltre, visto che l’Italia è fanalino di coda dell’Ue per rimborso Iva (63 settimane di media contro quella europea di 16) significa che le imprese dovranno aspettare anni per riavere il proprio credito. “E’ evidente che si vuol far pagare ancora una volta alle imprese i costi sostenuti dallo Stato: con una mano ci danno liquidità, peraltro in tempi lunghi e in modo non efficiente, e con l’altra ce la tolgono subito. Per le imprese che stanno affrontando con coraggio questa durissima crisi rappresenterebbe infatti una mazzata finale ingiustificata e peraltro illegittima. Mi chiedo come l’Europa potrà approvare l’ennesima proroga di una misura che doveva già essere accantonata da tempo: di questo passo non resterà in piedi un’impresa in grado di costruire infrastrutture!”.