Vicolo di San Clemente: la prima parrocchia di Castelmontorio

Il vicolo di San Clemente si diparte da via Roma e, con un tratto in discreta ascesa, giunge in via delle Cantine proprio a lato del Prato dei Servi.
Nel Campione del 1789 la stradina era denominata “vicolo del poggio di San Clemente”, nome che fu abbreviato nella forma attuale con lo stradario del 1871. Questo, infatti, era il percorso che dalla Francigena consentiva un rapido accesso al poggio di San Clemente, o Prato dei Servi (1789), spazio che nel 1873, poco dopo la sua morte, fu intitolato ad Alessandro Manzoni.
Il nome è antichissimo e ricorda che in cima all’altura si trovava la chiesa parrocchiale di San Clemente, prima ancora che l’ordine religioso dei Servi di Maria vi costruisse il proprio complesso conventuale. Il primo nucleo di questa comunità si era formato a Siena sin dal 1234 e, come successe in quegli anni per tutti gli ordini mendicanti, trovò ospitalità al di fuori della cinta muraria dell’epoca, forse nell’area dove più tardi fu edificato il complesso di San Niccolò. Non a caso già dal 1251, su spinta del vescovo Bonfiglio, il Comune esortò i padri Serviti a trasferirsi all’interno della città, con la promessa di sussidiarli e offrendo 20.000 mattoni per iniziare la costruzione del nuovo convento. Sovvenzioni, anche in denaro, e abboccamenti che proseguirono fino al 1259, quando i Tolomei donarono ai padri un loro terreno, ubicato proprio in “contrate Sancti Clementis”, per edificare la nuova chiesa e convento; attivando al contempo le indulgenze per permettere all’ordine di risarcire il rettore della parrocchia di San Clemente della perdita della propria abitazione e delle rendite derivanti dall’edificio sacro. L’anno seguente, poi, il Consiglio Generale stabilì di donare ai Servi 50 lire a patto che entrassero in città nella chiesa di San Clemente. Questa, d’altra parte, era in pessime condizioni, pesantemente danneggiata durante un aspro scontro con i fiorentini avvenuto sotto il Castelmontone nel 1234, ma solo nel 1254 il suo Rettore Ventura aveva ricevuto 10 lire per cominciare le riparazioni. E’ dunque probabile che il Comune e il Vescovo avessero individuato questa chiesa, ormai distrutta, per rivitalizzare la vita ecclesiastica della zona. Così i Serviti cominciarono a costruire il convento e la chiesa, inglobando completamente la preesistente parrocchia. Nel 1263 venne consegnata ufficialmente al priore dell’Ordine dal Vescovo di Siena, Tommaso, e così il titolo dell’antica chiesa passò ad indicare quella nuova dei Serviti, denominandosi San Clemente in Santa Maria dei Servi.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti