Vicolo di Pulcetino: una “costola” di Pulceto

Il vicolo di Pulcetino ha visto riconosciuta ufficialmente la sua antica denominazione solo nel 1990 con l’apposizione della targa; la suggestiva stradina, che ancora oggi conserva l’originaria pavimentazione in mattoni, si stacca da via dei Servi di fronte alla basilica mariana e, dopo aver girato dietro gli edifici, prosegue per un breve tratto in discesa, per poi rimanere senza sfondo. Come molti altri vicoli del genere, però, in passato la strada continuava parallelamente ai Servi e si collegava con via del Sole, passando dietro la chiesa ed il convento di San Girolamo. Un giornale senese dell’epoca, “Il Libero Cittadino”, riporta la notizia che questa comunicazione sarebbe stata interrotta nell’agosto del 1880 per motivi di pubblica igiene, ma in verità una mappa della città risalente ai primi del XIX secolo mostra che il vicolo era già allora senza sfondo. Proprio l’antica congiunzione con via del Sole, tra l’altro, spiega il suo particolare nome: nel Medioevo, infatti, via del Sole si chiamava via di Pulceto, toponimo che rende l’idea di quanta povertà e sporcizia regnassero lungo di essa e quali fossero le condizioni igienico-sanitarie delle abitazioni che vi si affacciavano.
L’odierno vicolo di Pulcetino, costituendo la continuazione della strada principale, prese pertanto il nome da quest’ultima, utilizzando però il diminutivo, come nel caso di piazza del Conte e vicolo del Contino.
Con ogni probabilità le due strade furono realizzate nello stesso periodo: il vicolo di Pulcetino fu aperto poco dopo la metà del Duecento, quando il Comune fece costruire le mura che circondarono il poggio dei Servi, partendo dal convento di San Girolamo. La sua probabile funzione, infatti, era quella di camminamento interno delle stesse, utile soprattutto ai soldati di guardia, visto che ancor oggi costeggia ciò che resta di quella cinta muraria. Via del Sole, invece, fu tracciata alla fine del XIII secolo, come riportato da una rubrica dello Statuto dei Viari datata al 1292: gli uomini della contrada di Castelmontone e di porta Peruzzini (che era posta nei pressi di San Girolamo) non avevano a disposizione altra fonte per attingere acqua se non quella di Valdimontone; arrivarci, però, era un problema non tanto per la distanza, quanto perché le strade per raggiungerla erano tutte “recluse, destructe et dissipate”, come recita la medesima rubrica statutaria. Dunque, in tale occasione, si stabiliva di eleggere alcuni “boni homines” che studiassero il migliore e più rapido collegamento tra i Servi, San Girolamo e la Val di Montone. Il risultato fu proprio quello di realizzare la via di Pulceto.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti