Vicolo dei Percennesi: ma quale degli abitanti ha dato questo nome?

Posta tra via di Città e via del Casato, scorre questa strada tra le più suggestive di Siena, il vicolo dei Percennesi. Ben poco sappiamo della sua origine e del perché abbia conservato la fisionomia medievale, e poco aiuto viene da coloro che sostengono come sia l’avanzo di un antichissimo percorso romano, proveniente da Castelvecchio e dal nome di Tascheto. Più interessante è tentare di scoprire da dove derivi il toponimo. Secondo l’ipotesi più accreditata, i Percennesi che vennero ad abitare le vecchie casupole di questo vicolo appartato, sarebbero gli abitanti del castello di Percena, o Percenna, posto in prossimità di Buonconvento. Su questo castello, forse costruito dai Cacciaconti, il Comune di Siena vantava diritti sicuramente già nel 1208, quando i suoi abitanti dovettero contribuire al versamento di un tributo straordinario deciso per sovvenzionare una guerra contro Firenze. In parte dominato dall’abate di Sant’Antimo, Percena prestò giuramento di fedeltà a Siena nel 1212, di fatto entrando tra i possedimento cittadini. Dopo essere stata unita alla comunità di Buonconvento, e poi nuovamente divisa per dissidi con i vicini, persa nel corso del Trecento l’importanza del secolo precedente, a tutto vantaggio di Buonconvento, con una deliberazione del Consiglio Generale datata 1385 Siena favorì l’abbandono del castello e la conseguente emigrazione dei suoi residui abitanti verso Buonconvento e, secondo la tradizione, anche verso Siena; questi, come detto, si sarebbero stanziati nelle case del vicolo che dalla loro presenza avrebbe assunto il nome. Da Percena, però, proveniva anche una delle famiglie più illustri ed in vista della città tra la fine del Trecento ed i secoli successivi, ossia i Sozzini, di cui sono celebri i riformatori religiosi Lelio e Fausto, ma anche il giureconsulto Mariano, vissuto ai primi del Quattrocento, o lo scrittore Alessandro, vissuto nel secolo successivo. I Sozzini, prima di andare ad abitare nel palazzo in via Pantaneto, posto all’angolo con via di Follonica e ristrutturato nelle forme attuali dal Fantastici ai primi dell’Ottocento, nel quale sono documentati non prima della metà del Quattrocento, potrebbero aver posseduto un fondaco esistente in questo vicolo, che prese da loro il nome di Percenesi in quanto provenienti da Percena.
Lo spoglio dei documenti d’archivio, però, potrebbe avvalorare la tesi di Bernardino Fantastici, il quale sostiene che Percennesi era il nome di una famiglia che avrebbe posseduto un fondaco nel chiasso. Una carta del 1286, infatti, ubica una casa “in fundaco Percennesium” posto nel popolo di San Salvatore. D’altra parte un tale Mannello da Percena risulta abitante nella zona del Casato già nel 1247. Dopo il 1965 la Nobile Contrada dell’Aquila ha spostato dal vicolo del Verchione ai Percennesi la stalla del cavallo.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti