Via Pagliaresi o Cane e Gatto: due nomi per una strada

Via Pagliaresi è generalmente conosciuta con l’antica denominazione di “Cane e Gatto”. La strada deve l’attuale nome ai Pagliaresi, che fin dal XIII secolo avevano eretto qui il loro palazzo. Famiglia di giuristi e mercanti, soprattutto in metalli preziosi, tra i Pagliaresi ci sono distinti diversi personaggi che hanno lasciato tracce nella storia. Le fonti, ad esempio, raccontano di un Mino Pagliaresi, fraterno amico del ghibellino Provenzan Salvani, che nel 1266 venne fatto prigioniero da Carlo d’Angiò nella battaglia di Tagliacozzo. L’Angiò per liberare il prigioniero di guerra chiese diecimila fiorini d’oro e Provenzano, per ottenere il denaro necessario a pagare il riscatto e liberare l’amico, distese un mantello in piazza del Campo chiedendo l’elemosina ai senesi, che colpiti dall’umiliazione del signore lo aiutarono, ciascuno per quanto poteva. L’episodio impressionò anche Dante Alighieri che, nell’XI canto del Purgatorio, lo racconta con questi versi: “Quando vivea più glorioso/ liberamente nel Campo di Siena,/ogni vergogna diposta, s’affisse; / e lì, per trar l’amico suo di pena/ che sostenea nella prigion di Carlo,/ si condusse a tremar per ogni vena”. L’episodio è rimasto tanto famoso nel tempo che, tra il 1871 e il 1873, il pittore Amos Cassioli lo raffigurò in un dipinto che si può ammirare nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Pubblico. Dopo il Quattrocento la famiglia risulta estinta (i Pagliaresi, infatti, si estinsero con Lorenza di Giovanni, che andò sposa a Nicolò di Carlino Cancellieri da Pistoia nel 1427) e il palazzo scomparso. In verità i Pagliaresi dovevano aver abbandonato i loro vecchi casamenti, posti tra Cane e Gatto e via San Martino, già alla fine del Duecento: una rubrica dello Statuto dei Viari (1290-1299) nell’occuparsi dei lavori di ampliamento da realizzare nella via di San Martino, parla infatti di “domos olim Paliarensium”, fabbricati cioè che in passato, ma non più in quel momento, erano stati abitati dalla famiglia. Il nome, comunque, resta impresso nella toponomastica, anche se via Pagliaresi è assai più familiare ai senesi come “Cane e Gatto”. Nel 1931 la popolarità acquisita da quest’ultima denominazione convinse il podestà di Siena Fabio Bargagli Petrucci ad apporre una targa che specificasse i due toponimi (delibera podestarile n. 999 del 26 settembre). Anche la derivazione di “Cane e Gatto” sembra risalire al Medioevo, quando di fronte alla chiesa di San Maurizio esistevano, oltre ai casamenti dei Pagliaresi, anche quelli di altre due importanti famiglie cittadine, gli Anigoleschi (o Arrigoleschi) e i Pelacani, tanto rivali tra loro da azzuffarsi spesso per la strada che, proprio in ricordo di tali scontri, si dice abbia assunto il nome di Cane e Gatto. In verità è assai più probabile che il curioso toponimo derivi dalla corruzione popolare effettuata sui nomi stessi delle famiglie, che erano difficili da pronunciare: Anigoleschi può essere divenuto, così, “gatto” e Pelacani può essere stato “storpiato” in “cane”.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti